
Nuova terapia contro il mieloma multiplo
Contro il mieloma multiplo è stata testata una nuova terapia in Italia, che si propone come un’alternativa alle attuali tecniche usate per il trapianto autologo di cellule staminali (ossia non da un parente, ma le proprie cellule prelevate prima della chemioterapia/radioterapia).
Il Mieloma multiplo è una neoplasia sostenuta dalla proliferazione di cellula del sangue trasformata in una forma neoplastica, e può essere curato uccidendo tutte le cellule neoplastiche presenti nel sangue e reimpiantare nuove cellule sane in una fase successiva.
Ora un gruppo di ricercatori in Italia, coordinati dal professor Michele Cavo dell’Istituto di Ematologia Seragnoli dell’Università di Bologna (policlinico S.Orsola-Malpighi) ha inserito un nuovo farmaco in un cocktail chemioteraico precedentemente usato, riscontrando dei risultati molto incoraggianti, ossia un aumento di tre volte della percentuale di successo nell’eliminazione delle cellule neoplastiche nei pazienti trattati.
Il farmaco usato, o meglio il principio attivo, è il bortezomib, un farmaco relativamente nuovo, sintetizzato per la prima volta nel 1995 negli Stati Uniti ed era già utilizzato da solo in terapie contro il mieloma multiplo.
Nell’attuale studio è stato utilizzato insieme a talidomide e cortisone. Dopo due mesi di terapia su un campione di 500 pazienti, la percentuale di remissioni ottenuta con la terna di farmaci è risultata del 31%, mentre è stata dell’11% con i soli talidomide e cortisone. Il beneficio ottenuto è uno dei più elevati e rapidi registrati sino a questo momento con una terapia eseguita subito dopo la diagnosi.
La Vtd ha dimostrato la sua maggiore efficacia rispetto a quella Td anche come terapia di consolidamento dopo il trapianto autologo, consentendo di incrementare ulteriormente la percentuale di remissioni sino 62%. Nei casi in cui la nuova terapia è stata somministrata in associazione al trapianto autologo ha ridotto del 39% il rischio a tre anni di progressione della malattia ed ha prolungato la durata della sopravvivenza libera da progressione (68% a tre anni rispetto al 56%), riducendo del 37% il rischio di eventi correlati alla malattia.
Questo risultato è stato mantenuto anche nei pazienti a prognosi sfavorevole, tra i quali quelli con particolari alterazioni cromosomiche e che sino a questo momento non avevano tratto particolari vantaggi dal trapianto autologo. Su Lancet, Cavo e gli altri autori dell’articolo hanno concluso che la combinazione Vtd rappresenta la terapia di elezione per pazienti con mieloma multiplo candidati a ricevere un trapianto autologo, affermazione condivisa anche dal professor Paul Richardson del Dana-Farber Cancer Institute, di Boston, secondo il quale la percentuale di riduzione del rischio di progressione e di eventi correlati al mieloma multiplo registrata a tre anni dall’inizio del programma terapeutico con la combinazione a tre farmaci (Vtd) è una delle più elevate riportate in letteratura.