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2400 scienziati per salvare le barriere coralline del Pacifico

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 11.07.2012

Come i loro antenati guerrieri, i leader di molte nazioni insulari del Pacifico si stanno adoperando per salvaguardare i propri paesi, questa volta per  dare l’allarme sugli evidenti impatti dei cambiamenti climatici.
Oggi i loro sforzi hanno ricevuto un grande impulso con il rilascio di un Documento di Consenso scientifico sui cambiamenti climatici e le barriere coralline, che è supportato da oltre 2400 scienziati, e che prova quali sono le minacce che incombono su tutte le barriere coralline, chiedendo ai governi di tutto il mondo di adottare misure per proteggere questi preziosi ecosistemi. La dichiarazione è stata redatta da un gruppo di eminenti scienziati sotto il coordinamento del  Center for the Ocean Solutions (COS) presso la Stanford University in California ed è stato rilasciato al 12 ° Simposio Internazionale sulle Barriere Coralline a Cairns, Australia.

“L’aumento del livello del mare, le tempeste più intense, i cambiamenti nella chimica dell’oceano a causa dell’inquinamento dell’aria e dell’acqua: tutti  questi sono fattori di stress per le  barriere”, ha osservato Steve Palumbi, un esperto di coralli del Center for Ocean Solutions e principale coordinatore della dichiarazione.   “Almeno il 25 per cento delle barriere coralline del mondo sono state degradate. Siccome il cambiamento climatico ha un’origine globale , l’unico modo per affrontare questo problema è attraverso uno sforzo di tutto il mondo.”

Le nazioni insulari del Pacifico hanno un rapporto speciale con le barriere coralline. Oggi molti isolani traggono il loro sostentamento dal turismo e dalla pesca, che dipendono dalla salute delle barriere coralline. I leader delle isole del Pacifico porteranno ancora una volta le loro ragioni  per la salvezza delle barriere coralline agli  organismi mondiali tra cui la United Nations Framework Convention on Climate Change e il Pacific Islands Forum, dove sperano che il supporto di esperti scientifici possa dare un impulso alla collaborazione e a nuove azioni da parte dei governi.

“Vogliamo che i leader delle nazioni insulari del Pacifico sappiano che la comunità scientifica  è pronta e disponibile a sostenerli nelle loro azioni, basandosi su prove scientifiche”, ha sottolineato Meg Caldwell, direttore esecutivo del COS “i membri del nostro gruppo di lavoro hanno accettato di poter essere interpellati, di presentarsi alle conferenze e hanno dato la loro disponibilità per scrivere materiali da condividere a livello locale, regionale e globale. ”

“Questo è un esempio straordinario in cui gli scienziati lavorano in stretta collaborazione con i responsabili politici per migliorare la condizione umana e l’ambiente”, ha dichiarato Larry Crowder, direttore del  COS .

La minaccia del cambiamento climatico per nazioni insulari del Pacifico è stato periodicamente messo in risalto da organismi mondiali, tra cui la Ministerial Conference on Environment and Development in Asia and Pacific che ha rilasciato questa dichiarazione: “Il cambiamento climatico delle isole del Pacifico è visto come un grave disastro e sono stati apertamente e continuamente criticati i paesi industrializzati per la mancata adozione delle misure definitive per la riduzione dell’inquinamento dell’atmosfera globale. Ci sono tre distinte conseguenze di questo inquinamento: il riscaldamento globale, l’innalzamento del livello del mare e il cambiamento climatico, infatti, nonostante il continuo miglioramento nelle misurazioni e le modellazioni al computer, nessuno sa esattamente quale sia l’esito dell’inquinamento atmosferico, ma l’attuale gamma di eventi climatici eccezionali e le morti catastrofiche di vasti ecosistemi importanti sono alcune indicazioni per cui le piccole isole del mondo hanno buoni motivi per essere preoccupate “.

Lo scorso mese  i leader dei paesi del Pacifico si sono incontrati all’ Association of Pacific Island Legislatures assembly a Saipan, nelle Marianne del Nord . In quell’occasione Meg Caldwell e un membro del gruppo di lavoro, Robert Richmond, professore di Conservation Biology, della University of Hawaii, hanno spiegato le implicazioni del documento condiviso fra gli scienziati e hanno esortato i leader delle isole a collaborare con gli scienziati in modo che  le ragioni scientifiche siano di supporto alla causa ambientale presso gli organismi mondiali.

Entro la fine di questo secolo, il miglior modello disponibile prevede che il livello del mare potrebbe aumentare di ben 1,7 metri, mentre la chimica dell’oceano e le temperature potrebbero cambiare abbastanza da uccidere molte delle barriere coralline che supportano fiorenti ecosistemi rendendo critiche le condizioni degli habitat  delle persone che vivono in quelle zone. I Guerrieri del Pacifico hanno una lunga storia da difendere. Il mondo si trova invece in un altro  periodo cruciale in cui il benessere delle nazioni dipende dalle azioni che possono salvaguardare l’ambiente del pianeta.

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