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Brasile: azienda mineraria sotto accusa per gravi danni ambientali

Scritto da Chiara Cichero il 25.04.2012

Miniera nell'Area di Protezione Speciale di Mutuca Foto: A. Barbosa

Sotto accusa la rinomata azienda brasiliana Vale per gravissimi danni ambientali e sociali, a cui si deve aggiungere la morte di ben 15 lavoratori per incidenti sul lavoro negli ultimi 2 anni. Le accuse sono raccolte nella ‘Relazione sulla insostenibilità di Vale – 2012′ , documento che è stato pubblicato il 18 aprile a Rio de Janeiro da “International Network of People Affected by Vale”, organizzazione che riunisce i 30 movimenti sociali provenienti dall’Argentina, dal Brasile, dal Canada, dal Cile e dal Mozambico e da alcuni dei paesi in cui l’azienda opera.

Secondo le stime la società brasiliana Vale, privatizzata nel 1997, nel 2010 ha causato danni ambientali su un totale di oltre 742 chilometri quadrati. La rete internazionale, uno dei partner dell’organizzazione “United Steelworkers” sottolinea che la società ha emesso addirittura 89 milioni di tonnellate di anidride carbonica, uno dei principali gas serra, nel 2010, ma non solo, ha emesso anche 6.600 tonnellate di particolato (fumo, fuliggine o polvere) aumentando le emissioni del 29% rispetto al 2009.

Le emissioni rilevate di ossido di azoto misurate nella quantità di 110.000 tonnellate nel 2010, corrispondono al 30% per cento in più rispetto all’anno precedente, mentre le emissioni di anidride solforosa quantificate in 403.000 tonnellate, hanno raggiunto il 25% in più rispetto al 2009.

Andressa Caldas, il direttore esecutivo della ONG brasiliana Global Justice, ha rivelato all’IPS che ci sono documenti mirati a fare ombra sulle reali operazioni della compagnia Vale: “Vale ha un impatto ambientale enorme a livello globale, ed ha violato i diritti umani e ambientale non solo in Brasile, ma nei 37 paesi in cui opera”.

Con la relazione dell'”International Network of People Affected by Vale”, emerge come le condizioni dei lavoratori siano decisamente peggiorate e non tutelate. “Ci sono casi, come quello in Canada, dove Vale ha stravolto radicalmente i rapporti tra i lavoratori e i sindacati. Condizione per cui si sono verificati gli scioperi più lunghi della storia del Canada”, sottolinea Caldas. Gli scioperi che menziona il direttore della ONG sono durati 11 mesi nel 2009 e nel 2010 rispettivamente a Sudbury e Port Colborne, località situate nel centro-orientale della provincia dell’Ontario. Scioperi che sono arrivati a durare addirittura 18 mesi a Voisey Bay nella provincia orientale di Terranova e nel Labrador.

La Relazione sulla insostenibilità di Vale denuncia l’utilizzo del pretesto della crisi globale per attuare i tagli salariali, aumentare le giornate lavorative, e provvedere a massicci licenziamenti e tagli sulle prestazioni. Nel 2012 quattro lavoratori sono morti nelle operazioni di Vale in Canada. Il 30 gennaio è stata sospesa la sede in Sudbury che operava in 5 miniere, per la morte di 2 lavoratori sepolti sotto una valanga di rocce, ghiaia e sabbia. Incidente che si è verificato a causa dell’esagerata concentrazione di acqua nel fango del tunnel dove si trovavano lavoratori. Sinistro quindi causato da un mancato controllo per la tutela dei lavoratori. Il sindacalista Myles Sullivan ha denunciato l’indagine condotta dal sindacato United Steelworkersper per aver ignorato i problemi di sicurezza che hanno causato la morte dei lavoratori. «Purtroppo quattro lavoratori sono morti, due dei quali nello stesso incidente. La società Vale era consapevole del fatto che le condizioni di sicurezza erano insufficienti e non ha fatto nulla per correggere la situazione. Stiamo spingendo affinchè il governo canadese intraprenda un’azione legale contro Vale per questi incidenti”.

La relazione della rete internazionale sottolinea in primis la violazione delle leggi ambientali a Rio de Janeiro da parte della compagnia siderurgica ThyssenKrupp Atlântico (TKCSA), una joint venture tra Vale e ThyssenKrupp Steel, il più grande produttore di acciaio della Germania.

Le persone che vivono nella zona intorno alla acciaieria TKCSA hanno subito un aumento del 600% in particelle di ferro nell’ aria. Vale è un firmatario del United Nations Global Compact, il Consiglio Internazionale sull’attività mineraria e metalli ICMM), e del São Paulo archivi di Exchange Corporate Sustainability Index (ISE), organismi che stabiliscono i principi della responsabilità sociale e ambientale. Vale è cresciuta fino a diventare uno dei giocatori più potenti nel settore minerario mondiale.

Lo scorso gennaio, Vale ha vinto il premio Public Eye, noto come il “Premio Nobel della vergogna” nel mondo aziendale, per la distruzione ambientale, l’impatto sociale e le violazioni del lavoro, superando concorrenti come la Tepco, responsabili della catastrofe nucleare a Fukushima.

Nel frattempo l’ufficio stampa di Vale ha diffuso un comunicato in cui annuncia gradire la ricezione dei suggerimenti e dei reclami relativi alle sue operazioni. Nella sua dichiarazione, la società ha anche detto che era consapevole che l’attività mineraria avrebbe avuto un impatto ambientale notevole, e che sta lavorando in collaborazione con le comunità ed i governi per trovare soluzioni in grado di garantire una sostenibilità. In verità niente  è stato modificato e  sono ormai di pubblico dominio i numeri dei danni ambientali provocati da Vale: aumento della deforestazione in Amazzonia, aumento delle emissioni di gas serra del 70% tra il 2007 e il 2010, produzione, durante lo stesso periodo, di 76 milioni di tonnellate di effluenti liquidi e produzione di 446.000 tonnellate di rifiuti solidi.

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