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Cernobyl, crolla parte del tetto per la neve. Paura, ma autorità rassicurano

I funzionari ucraini hanno detto ieri che il crollo di un muro presso la centrale nucleare di Cernobyl non ha causato alcuna fuga radioattiva

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 14.02.2013

KIEV, Ucraina – Il 12 febbraio parti del muro e della copertura dell’edificio turbine del reattore numero 4 della centrale nucleare di Cernobyl sono crollati. I funzionari ucraini hanno detto ieri che il crollo di un muro presso la centrale nucleare di Cernobyl non ha causato alcuna fuga radioattiva. Le autorità cercano di rassicurare l’opinione pubblica ripetendo che non c’è alcuna minaccia per la sicurezza, anche se per precauzione sono stati evacuati degli operai, ma Greenpeace si dice molto preoccupata dello stato degli impianti.

Chernobyl

Dopo il parziale crollo del tetto della centrale nucleare esplosa nel 1986, che ha riguardato ben 600 metri quadrati di tetto nella sezione della sala turbine del quarto reattore, il portavoce dell’impianto Maya Rudenko ha dichiarato all’Associated Press che il crollo è stato causato dalle forti nevicate.

Rudenko ha aggiunto che la zona del crollo si trova a circa 50 metri di distanza dal “sarcofago” di cemento armato che racchiude il reattore esploso e che contiene le radiazioni, evitando che si diffondano nell’ambiente. Rudenko ha detto che i livelli di radiazione soro rimasti normali e non c’è alcun pericolo per il pubblico.

In realtà gli operai evacuati non sono russi, ma di due ditta appaltatrici francesi che hanno detto di averlo fatto per precauzione. Vinci e Bouygues, le due imprese di costruzioneche hanno vil contratto per la costruzione del nuovo involucro che dovrà proteggere il reattore dall’esterno, hanno detto di aver evacuato circa 80 lavoratori.

Rudenko ha detto che si tratta di una misura standard di precauzione e ha detto che i lavoratori torneranno al più presto a Cernobyl, non appena un’indagine l’incidente sarà completata e il tetto verrà rinforzato in modo da evitare che l’acqua penetri all’interno.

Nessun lavoratore ucraino presso l’impianto nucleare di Cernobyl è stato evacuato o ha dovuto adottare misure di sicurezza supplementari, ha precisato Rudenko: “Noi non indossiamo maschere, non ci sono stati evacuati, che è quello che sarebbe successo se ci fosse stato pericolo.”

Tuttavia, alcune associazioni ambientaliste, come Greenpeace Russia, hanno detto di essere molto preoccupate per lo stato degli impianti di Cernobyl, e che il crollo testimonia la fatiscenza delle strutture.

“Anche se il livello di radiazione non è cambiato a Cernobyl, si tratta comunque di un segnale allarmante,” ha detto Vladimir Chuprov, capo del programma energetico di Greenpeace Russia secondo l’agenzia di stampa Interfax. “Se i pannelli nella sala turbine sono crollati, in linea di principio non vi è alcuna garanzia che il sarcofago, costruito nel 1986, non cadrà a pezzi in un prossimo futuro.”

Greenpeace Italia rincara la dose: “Secondo quanto riferito dai media, Valery Kalchenco, capo della sottocommissione del Parlamento Ucraino sulle conseguenze della catastrofe di Cernobyl ha dichiarato che parte della copertura dell’edificio turbine tra l’Unità 3 e 4 della centrale è crollata per il peso della neve accumulatasi. L’area colpita dal crollo è di circa 500-600 metri quadrati. Sempre secondo la stessa fonte, le unità d’emergenza e le forze militari sono già sul posto e stanno rimuovendo i detriti e la neve, mentre le radiazioni in ambiente sono nella norma. A dispetto delle dichiarazioni tranquillizzanti, Greenpeace ritiene doveroso non minimizzare questi segnali.”

Giuseppe Onufrio, direttore Esecutivo di Greenpeace Italia, aggiunge: “Anche se il livello di radioattività nell’ambiente non ha subito variazioni, il segnale è preoccupante. Se le lastre iniziano a cedere nella sala turbine, non vi è alcuna garanzia che la struttura di protezione costruita nel 1986 non crolli. Il sarcofago costruito a protezione del nucleo della centrale non può reggere ancora a lungo ed è questo il motivo per cui si sta costruendo una nuova struttura”.

Il problema maggiore del sarcofago è dato dalla polvere che si sta accumulando all’interno della struttura. Questa polvere è radioattiva e se si dovesse disperdere per decine di chilometri nella zona circostante la centrale creerebbe dei seri pericoli, contaminando l’area.  

“Nonostante siano trascorsi quasi 30 anni dal disastro di Cernobyl, la centrale resta un pericolo per la vita delle persone. Rimarrà un problema per i secoli a venire. La cosa più preoccupante è che ognuno dei 400 reattori funzionanti nel mondo è una potenziale Cernobyl. Fukushima lo ha dimostrato” – conclude Onufrio.

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