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Catastrofiche siccità del passato ci aiutano a comprendere il cambiamento climatico

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 25.02.2011
Barche a secco. I vecchi argini del lago Vittoria sono oggi lontani. Crediti: Curt Stager

Barche a secco sulle rive del Lago Vittoria, in un'area umida simile a quelle che si formarono durante le siccità del passato. Crediti: Curt Stager

Quanto gravemente può influire il cambiamento climatico nelle aree tropicali del pianeta? Peggio di quanto possiamo immaginare e di quanto l’uomo moderno abbia mai potuto testimoniare con la scrittura, secondo i risultati di uno studio apparso questa settimana sulla rivista Science.

Un team internazionale di scienziati guidati da Curt Stager di Paul Smith College, New York, ha raccolto le prove conservate in una serie di carotaggi di sedimenti nel lago Tanganica e in altre località in Africa. Le carote di sedimenti mostrano che una delle più gravi e intense siccità degli ultimi 50.000 anni o più ha colpito l’Africa e il Sud dell’Asia tra 17.000 e 16.000 anni fa, quando l’uomo era ancora prevalentemente un cacciatore – raccoglitore e non possedeva ancora la scrittura.

Tra 18.000 e 15.000 anni fa, una grande quantità di ghiaccio e acqua entrarono nell’Oceano Atlantico settentrionale, causando un  raffreddamento regionale, ma provocando anche una grande siccità nelle zone tropicali, secondo Paul Filmer, direttore del programma della Divisione di Scienze della Terra del National Science Foundation (NSF) , che ha finanziato la ricerca insieme a Divisione di Scienze dell’Atmosfera e di Scienze degli Oceani.

“Gli eventi di scioglimento di ghiacci di questo periodo coincisero con una delle siccità più estreme degli ultimi 50 mila anni nella regione dei monsoni afro-asiatica, con conseguenze potenzialmente gravi per l’uomo paleolitico che viveva lì in quel momento”, dice Filmer.

La cosiddetta “mega-siccità H1” è stata una delle prove climatiche più gravi mai affrontate dagli esseri umani anatomicamente moderni.

Il  lago Vittoria, in Africa, attualmente il più grande lago tropicale del mondo, si prosciugò, così come il lago Tana in Etiopia e il lago di Van in Turchia.

Il Nilo, il Congo e altri grandi fiumi divennero dei rigagnoli, e i monsoni estivi asiatici  si indebolirono dalla Cina fino al Mediterraneo, il che significa che la stagione dei monsoni portava pochissima acqua piovana.

Che cosa ha causato la mega-siccità rimane un mistero, ma la tempistica con cui gli eventi si sono susseguiti suggerisce un collegamento con l’evento Heinrich 1 (o il cosiddetto “H1”), ossia un aumento massiccio di ghiacci e acqua dolce che si riversarono nel Nord Atlantico alla fine dell’era glaciale.

Studi precedenti avevano indicato la deriva verso sud della fascia tropicale come una causa locale di questo evento, ma l’ampia copertura geografica dell’ultimo studio offre un quadro più definito.

“Se la deriva verso sud dell’aqua dolce è stata la sola causa”, dice Stager, autore principale dello studio su Science, “avremmo dovuto trovare prove di aree umide più a sud. Ma la mega-siccità ha colpito anche l’Africa equatoriale e del sud, quindi la fascia tropicale non solo è scesa verso sud ma si è anche indebolita”.

I modelli climatici dovranno ancora simulare l’intera portata della manifestazione climatica. La mancanza di una spiegazione completa apre infatti il problema se una  mega-siccità estrema possa colpire ancora una volta la Terra, visto che il pianeta si sta riscaldando e stanno avvenendo fenomeni di scioglimento di ghiacci polari simili a quelli avvenuti tra 17 e 15 mila anni fa.

“C’è molto meno ghiaccio che potrebbe riversarsi ora nel Nord Atlantico rispetto a 18 mila anni fa”,  dice Stager, “quindi sarei sorpreso se accadesse un fenomeno simile oggi. O almeno su una scala così grande”.

E poiché una tale mega-siccità potrebbe risultare catastrofica per una delle regioni più densamente popolate del globo, Stager spera di non sbagliarsi.

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  • Paolo scrive:

    @Piero Iannelli: citi fonti autorevoli, e non il suo sito personale. La CO2 a concentrazioni paragonabili a quelle che lei propone creerebbe problemi addirittura alla SOPRAVVIVENZA degli esseri viventi: “Amounts above 5,000 ppm are considered very unhealthy. […] CO2 is toxic in higher concentrations: 1% (10,000 ppm) will make some people feel drowsy. Concentrations of 7% to 10% cause dizziness, headache, visual and hearing dysfunction, and unconsciousness within a few minutes to an hour”.

  • Piero Iannelli scrive:

    Quanto gravemente può influire il “cambiamento climatico” nelle aree tropicali del pianeta?

    Non vedo il “SOGGETTO” del disquisire.
    Dove stà questo riscaldamento globale di origine antropico?

    Altri pianeti subiscono naturali oscillazioni di temperature dovute ai cicli solari.

    Riscaldamento?
    Scrive il Telegraph:
    “…emersa però un’agenda nascosta circa la preservazione di questa parte di foresta che consiste nel permettere al “WWF” ed ai suoi partners di condividere la vendita di crediti di emissione di anidride carbonica per un valore di 60 MILIARDI DI DOLLARI, per permettere alle compagnie industriali di continuare ad emettere CO2 esattamente come nel passato..

    Per la nostra stessa LEGAMBIENTE si parla di CENTINAIA di MILIONI di euro di guadagno anche “P.E.R.S.O.N.A.L.E”!

    Nessun riscaldamento globale apprezzabile rivelano gli stessi pseudo-ricercatori presi in castagna col ”CLIMATEGATE” fin dal 1995!
    Sono infatti oscillazioni indotte dal ciclo solare trentennale come confermano le sincrone variazioni di temperatura sui restanti pianeti del sistema solare .

    Nettuno ha subito il riscaldamento globale dal 1980 al 2004 Temperature in crescita anche su Giove e Saturno, si riscaldano anche Marte e Giove.

    Ma la CO2 in queste percentuali risibili di incremento, certo comunque non potrebbe incidere.
    Ogni anno 20miliardi di tonnellate di CO2 in un’atmosfera che ne contiene 3000 miliardi di tonnellate, ossia meno dell’1%!

    E’ scientificamente provato che in passato con incrementi di 7000 ppm, di CO2 (ppm parti per milione) la temperatura rimase costante e in alcuni casi addirittura in controtendenza diminuì.

    Ora “parliamo” di 100 ppm in più, (peraltro controverso) ossia un incremento della percentuale di CO2 insignificante rispetto a 7000, utile forse solo per speculazioni finanziarie?

    Chiaro questo art.:
    ” IPCC, GLI SPORCHI AFFARI DEL DOTT. PACHAURI”..Questi organismi comprendono le banche, le aziende del petrolio e dell’energia e i fondi di investimento pesantemente coinvolti nel “mercato delle emissioni” e nelle “tecnologie sostenibili” che, messi insieme, costituiscono il mercato più in rapida crescita del mondo, stimato prossimo a valere migliaia di miliardi di dollari all’anno..

    Energie “alternative” che ora mostrano il vero FALLIMENTARE volto, sostenute artificiosamente in maniera criminale, con danni economici e tragicamente sociali, ovunque.

    Qui i link riguardo quanto sopra accennato, grafici e ulteriori spiegazioni:

    www. pieroiannelli. com/?p=8

    Cordialmente.

    Piero Iannelli