Una nuova ricerca prova che in Groenlandia le farfalle sono divenute più piccole in risposta all’aumento delle temperature causato dai cambiamenti climatici.
E’ stato più volte dimostrato che il rapido cambiamento climatico in atto nella regione artica sta causando cambiamenti sostanziali negli ecosistemi artici.
Ora, alcuni ricercatori danesi, sotto la guida di Toke T. Hoye, dell’Aarhus Institute of Advanced Studies, in uno studio pubblicato su Biology Letters, hanno dimostrato che in Groenlandia l’innalzamento della temperatura sta costituendo un serio inconveniente per le farfalle di quella regione che, in presenza di stagioni estive più calde, stanno assumendo dimensioni sempre più piccole.
Gli studiosi hanno misurato la lunghezza delle ali di circa 4500 esemplari di farfalle Boloria chariclea e Colias hecla, raccolti tra il 1996 e il 2013, dalla Zackenberg Research Station nel nord-est della Groenlandia, e hanno scoperto che la lunghezza delle ali è diminuita significativamente e alla stessa velocità in entrambe le specie studiate, in probabile relazione con le estati, divenute più calde.
Finora, solo pochi studi erano riusciti a seguire sul campo questi cambiamenti di dimensioni nell’ambito di una stessa specie e in specie diverse e quindi metterle in relazione con il clima.
Non sempre, tuttavia, i risultati sono identici.
La risposta degli organismi può indirizzarsi sia verso una diminuzione delle dimensioni corporee, sia in direzione opposta, cioè verso un accrescimento delle dimensioni.
In alcune specie, l’alimentazione e i cambiamenti nel metabolismo provocano perdita di energia, con conseguente riduzione del corpo.
I risultati ottenuti dal team danese sono in linea con precedenti esperimenti di laboratorio e con studi eseguiti su scala spaziale in cui era stato constatato che un ambiente a temperatura elevata durante la crescita di un organismo produceva una diminuzione delle dimensioni corporee nell’organismo divenuto adulto.
“Noi umani usiamo più energia quando è freddo, perché dobbiamo mantenere una temperatura corporea costante”, spiega Toke T. Hoye. “Ma per le larve di farfalla e altri animali a sangue freddo, la cui temperatura corporea dipende dall’ambiente, il metabolismo aumenta a temperature più elevate perché i processi biochimici diventano più veloci. Le larve consumano quindi più energia di quanta ne ottengono dall’alimentazione e questo cambiamento è così significativo che il tasso di crescita delle larve diminuisce. Se le larve sono più piccole, anche le farfalle adulte saranno più piccole”.
Le conseguenze, per le farfalle artiche, sono risultate consistenti.
Dimensioni più piccole del corpo si traducono in minore mobilità e, date le caratteristiche ambientali particolari delle regioni dell’estremo nord, lo sviluppo ha conseguenze sulla dinamica di intere popolazioni e ricadute sulla riduzione della loro diffusione geografica futura.
“Queste specie di farfalle sono sotto pressione da più parti. Vivendo all’estremo nord, non possono di certo spostarsi verso regioni più fredde. La loro capacità di dispersione sta calando notevolmente, dato che le dimensioni più piccole possono ridurre la fecondità. Così, queste specie artiche sono in procinto di dover affrontare grosse sfide, in risposta ai cambiamenti climatici”, avverte Toke T. Hoye.
Le farfalle sono animali particolarmente sensibili ai cambiamenti ambientali. Pertanto, un loro studio sul lungo termine può dimostrare quali conseguenze ecologiche possano seguire al cambiamento climatico globale.