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Oceani mai così caldi come oggi

Scritto da Leonardo Debbia il 20.11.2014

Se qualcuno nutrisse ancora qualche dubbio sui cambiamenti climatici in atto, nonostante le variazioni qualitative e quantitative delle precipitazioni, la mancata estate di quest’anno e le alluvioni che stanno imperversando un po’ ovunque, non ha che da aggiungere alla lista delle ‘anomalie’ climatiche anche quanto è stato riscontrato da Axel Timmermann, climatologo dell’Università delle Hawaii.

“L’estate scorsa”, avverte lo scienziato, che ha esaminato la variabilità del sistema climatico globale presso il Pacific Research Center dell’Università a Manoa, “ha registrato le più alte temperature medie globali della superficie del mare mai registrate da quando è iniziata la loro misurazione sistematica. Le temperature rilevate sono anche superiori a quelle del 1998, l’anno-record del Nino”.

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Fig. a) – Grafico della temperatura media superficiale del mare (in rosso) e del Nord Pacifico (in azzurro) nel periodo 1854-2013. Fig. b) Anomala distribuzione delle temperatura medie superficiali degli oceani nel settembre 2014 (crediti: Axel Timmermann)

Dal 2000 al 2013, infatti, l’aumento globale della temperatura della superficie degli oceani si era stabilizzata un po’ ovunque, nonostante le crescenti concentrazioni di gas serra.

Questo periodo, che è stato chiamato ‘Global Warming Hiatus’, ha destato un sacco di interesse, sia nel grande pubblico che nel mondo scientifico.

Tuttavia, dopo questa stabilizzazione, durata 13 anni, a partire dall’aprile scorso il riscaldamento degli oceani ha ripreso a salire, secondo le analisi di Timmermann e l’insieme di dati da lui raccolti.

“Il riscaldamento dell’oceano globale del 2014 è imputabile soprattutto all’area settentrionale del Pacifico, la cui temperatura è aumentata oltre ogni valore mai registrato prima, ha interferito sulle rotte delle tempeste, ha indebolito gli alisei e ha favorito anche lo sbiancamento del corallo nelle isole Hawaii”, spiega Timmermann.

Secondo lo scienziato, gli eventi che hanno portato a questa ripresa hanno avuto questa successione: le temperature della superficie marina hanno iniziato a salire rapidamente e in modo insolito nell’area del Pacifico settentrionale extratropicale già dal mese di gennaio 2014.

Pochi mesi dopo, in aprile e maggio, i venti occidentali hanno spinto una quantità enorme di acqua calda, che di solito staziona nel Pacifico occidentale, lungo l’equatore verso il Pacifico orientale.

Questa acqua calda si è diffusa lungo le coste pacifiche del continente nordamericano, rilasciando enormi quantità di calore nell’atmosfera, calore che per quasi un decennio era rimasto bloccato – come detto prima – nel Pacifico tropicale occidentale.

“Le alte concentrazioni di gas ad effetto serra e l’anomala debolezza dei venti alisei del Pacifico settentrionale, che di solito raffreddano la superficie dell’oceano, hanno contribuito ulteriormente all’aumento di temperatura della superficie del mare.

Oggi, le temperature calde si estendono su una fascia di tale larghezza che va da poco a nord di Papua, in Nuova Guinea, fino al Golfo dell’Alaska”, conclude Timmermann.

Queste temperature fanno intuire che la pausa nell’ascesa del riscaldamento degli oceani sia ormai giunta al termine.

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