Gaianews

Gli orsi polari sopravviveranno alla fusione dei ghiacci cambiando alimentazione

Scritto da Leonardo Debbia il 14.09.2015

Un recente studio pubblicato sulla rivista PloS ONE mostra che, con il riscaldamento terrestre in corso e l’accelerazione impressa alla fusione del ghiaccio nella regione artica, gli orsi polari, davanti allo spettro della fame, potrebbero trovare nei caribù e nelle oche delle nevi delle importanti fonti alimentari alternative alla carenza di foche.

orsi-polari

Coppia di orsi polari ripresi vicino alla costa occidentale della Baia di Hudson, dove hanno mostrato di consumare cibi terrestri durante i periodi senza ghiaccio credit: AMNH / R. Rockwell

La ricerca, guidata da Linda J. Gormezano e Robert Rockwell, del Museo Americano di Storia

Naturale, si basa su nuovi calcoli che tengono conto dell’energia calorica fornita da fonti alimentari terrestri e indica che la permanenza prolungata degli orsi sulla terra sgombra dal ghiaccio potrebbe, in fondo, non essere così drammatica come è stata finora ipotizzata.

“Gli orsi polari sono degli opportunisti e fin da quando si sono apprese le loro abitudini comportamentali, si è venuti a conoscenza della loro capacità di adattamento a consumare vari tipi e varie combinazioni di alimenti allorchè vengono a trovarsi sulla terra, invece che sul ghiaccio”, afferma Rockwell, ricercatore associato al Dipartimento di Ornitologia del Museo, che ha studiato l’ecologia della Baia occidentale di Hudson per quasi 50 anni. “L’analisi di escrementi dell’orso polare e le osservazioni di prima mano ci hanno mostrato che gli esemplari giovani di questi animali, i gruppi familiari e perfino qualche maschio adulto si nutrono di piante e animali, nel periodo in cui la terra è libera dai ghiacci”.

Studi precedenti avevano previsto una morìa di massa degli orsi polari per fame, a partire dal 2068, quando la fusione annua di ghiaccio avrebbe separato gli orsi dai loro abituali territori di caccia -l mare e il ghiaccio – per lunghi periodi di tempo, anche 180 giorni consecutivi all’anno, e sarebbero iniziate le stagioni senza ghiaccio, con una durata di due mesi più lunga delle stagioni che hanno caratterizzato gli anni Ottanta del secolo scorso.

Va detto tuttavia che queste stime non tenevano conto degli input energetici provenienti dalle fonti alimentari del territorio.

Gormezano e Rockwell hanno calcolato l’energia necessaria per compensare l’eventuale aumento della richiesta di cibo e hanno quindi determinato il valore calorico delle oche delle nevi, delle loro uova e dei caribù, fauna che popola la costa della Baia occidentale di Hudson.

Gli studiosi hanno calcolato che sulla terra probabilmente sono disponibili calorie più che sufficienti per nutrire gli orsi polari affamati durante il protrarsi delle stagioni senza ghiaccio.

Anche se non si conosce bene l’esatto consumo energetico di un orso impegnato nella caccia di oche e caribù, è stato comunque accertato che gli orsi polari della provincia canadese di Manitoba cacciano i caribù adottando le stesse tecniche a basso dispendio energetico che in genere usano per cacciare le foche.

Le dimensioni simili di queste due specie-preda – caribù e foche – indicano che gli orsi avrebbero bisogno di cacciare caribù solo il tempo necessario che solitamente impiegano per cacciare le foche, dicono i ricercatori.

“Se i branchi di caribù continuano a pascolare vicino alla costa occidentale della baia di Hudson mentre gli orsi anticipano ogni anno sempre più il loro avvicinamento alla riva, sono probabilmente soggetti a diventare una componente chiave nella dieta estiva degli orsi”, afferma Rockwell.

Altra fonte di cibo per gli orsi sono le uova delle oche delle nevi e, tra l’altro, il consumo energetico per approvvigionarsi di uova dai nidi a terra è incredibilmente basso, secondo i ricercatori.

Con adeguate fonti alimentari disponibili, le oche delle nevi sono note per sopportare la predazione delle uova da parte degli orsi polari senza troppi effetti negativi sulla popolazione.

Gli studiosi sono comunque unanimi nel ritenere che lo scioglimento rapido delle riserve circumpolari di ghiaccio sarà sempre più d’ostacolo agli orsi polari per la caccia alle foche, dalla cui presenza attualmente dipendono.

Tuttavia, le osservazioni fatte sulla popolazione di plantigradi della Baia di Hudson mostrano che gli orsi potrebbero non abbandonare la regione qualora siano presenti le condizioni adatte per tener lontana la fame ricorrendo a fonti alimentari alternative.

© RIPRODUZIONE RISERVATA