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Quando le balene avevano le zampe

Scritto da Leonardo Debbia il 16.04.2019

C’era una volta una balena che camminava su una spiaggia… Potrebbe essere l’inizio di una fiaba, di una di quelle che si raccontano ai bambini per farli addormentare, la sera.

E invece è realtà. Le balene, un tempo, camminavano davvero, spostandosi sulle quattro zampe.

Soltanto, non dobbiamo pensare alle creature gigantesche che possiamo ammirare in un documentario televisivo.

A quel tempo, le balene avevano le dimensioni di un cane o di una volpe.

I cetacei, il gruppo di cui fanno parte balene e delfini, provenivano dall’Asia meridionale, dove si erano evolute più di 50 milioni di anni fa da un piccolo antenato a quattro zampe, probabilmente non più grande di un lupo.

Ora, alcuni ricercatori riferiscono di aver scoperto un’antica balena a quattro zampe, le cui ossa fossili giacevano nei sedimenti marini, datati intorno ai 42 milioni di anni fa, lungo le coste del Perù, e proponendo così una nuova teoria per l’evoluzione delle balene e della loro diffusione nei mari del mondo.

I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Current Biology.

 

Ossa del Peregocetus: mandibola, denti, scapola, vertebre, elementi dello sterno e del bacino ed evidenti arti posteriori (Crediti: G. Bianucci)

Ossa del Peregocetus: mandibola, denti, scapola, vertebre, elementi dello sterno e del bacino ed evidenti arti posteriori (Crediti: G. Bianucci)

Secondo i ricercatori, la presenza di una sorta di piccoli zoccoli sulla punta delle dita degli arti anteriori e posteriori dell’animale e la morfologia delle anche e degli arti portano a concludere che questa balena sia stata in grado di camminare sulla terra asciutta.

D’altra parte, le caratteristiche anatomiche della coda e degli arti, simili a quelle di una lontra, indicano che questa balena era una buona camminatrice.

“Si tratta della prima prova indiscutibile di uno scheletro di balena a quattro zampe dell’intero Oceano Pacifico, probabilmente il più antico per le Americhe e il più completo rinvenuto al di fuori dell’India e del Pakistan”, sostiene Olivier Lambert, paleontologo dell’Istituto Reale Belga di Scienze Naturali.

Alcuni anni fa Mario Urbina, paleontologo del Museo di Historia Natural-UNMSM in Perù, ora co-autore dello studio, individuò un’area promettente per la ricerca di fossili in una spiaggia della Riserva Nazionale peruviana, dal nome di Playa Media Luna, ad un chilometro circa dalla costa.

Nel 2011 un team internazionale, composto da studiosi provenienti da vari Paesi (Perù, Francia, Italia, Paesi Bassi e Belgio), organizzò una spedizione sul campo, durante la quale furono riportati alla luce i resti di un’antica balena, il Peregocetus pacificus, nome che starebbe per ‘balena viaggiatrice che ha raggiunto il Pacifico’.

“Quando scavammo le ossa che affioravano dal terreno, ci rendemmo subito conto che eravamo di fronte a uno scheletro di una balena quadrupede, dotata di arti anteriori e posteriori”, dice Lambert.

Con l’aiuto dei microfossili che accompagnavano quei resti, gli strati dei sedimenti in cui era inglobato lo scheletro furono riconosciuti appartenenti all’Eocene medio, vale a dire a 42,6 milioni di anni fa. I dettagli anatomici consentirono poi di stabilire che l’animale era stato sicuramente in grado di muovere il corpo, di una lunghezza pari a 4 metri, coda inclusa, sia a terra che in acqua.

Le caratteristiche delle vertebre caudali, ad esempio, ricordano le code dei castori e delle lontre, organi che costituiscono un valido attributo per poter nuotare.

Raffigurazione artistica di due esemplari di Peregocetus, uno a terra, l'altro in acqua

Raffigurazione artistica di due esemplari di Peregocetus, uno a terra, l’altro in acqua

I ricercatori stimano che l’età geologica di questa balena quadrupede e la sua presenza lungo la costa occidentale del Sud America avvalorino l’ipotesi che i primi cetacei abbiano raggiunto il Nuovo Mondo attraverso l’Atlantico meridionale, passando dalla costa occidentale dell’Africa al Sud America.

Nella loro migrazione, le balene sarebbero state aiutate dalle correnti di superficie che si dirigono verso ovest e dal fatto che, a quell’epoca, la distanza tra i due continenti era la metà di quella attuale.

I ricercatori ipotizzano inoltre che solo dopo aver raggiunto il Sud America, le balene anfibie abbiano potuto migrare verso nord, raggiungendo quindi il Nord America.

Ad ogni modo, il team continua a cercare e studiare i resti di balene e delfini al largo del Perù.

“Continueremo la ricerca nei luoghi dove si trovano antichi strati; persino più antichi di Playa Media Luna. Si ritiene che, in futuro, possano essere scoperti altri antichi cetacei anfibi”, afferma Lambert.

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