Il capovaccaio è una dei rapaci a più alto rischio di estinzione in Italia: se ne contano ormai solo poche coppie nidificanti.
Il cerm (Centro di riproduzione) di Rocchette di Fazio, in provincia di Grosseto, si occupa della riproduzione di questi rapaci ed è al cerm che quest’ anno è nato Augusto. Il capovaccaio è stato trasferito dopo tre mesi nell’oasi LIPU di Gravina, in Puglia, dove ha spiccato il suo primo volo e da dove è partito per la sua prima migrazione verso l’Africa. Da lì si spera che tornerà per nidificare nel nostro Paese.
“Siamo molto soddisfatti dell’esito positivo di questa delicata operazione – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU-BirdLife Italia – L’intenzione è quella di proseguire su questa strada per poter dare una chance di sopravvivenza a questa specie, che si trova in imminente rischio di estinzione”. Augusto è nato il 19 maggio scorso nell’oasi toscana di Rocchette. All’età di quasi tre mesi il capovaccaio è stato portato all’oasi di Laterza dalla Toscana, dove è stato ospitato per qualche giorno in una cavità ricavata in una delle pareti scoscese che caratterizzano lo spettacolare canyon della Gravina di Laterza, uno spazio preparato con cura dal personale LIPU con il Gruppo speleologico di Martina Franca (Taranto).
Augusto ha prima preso confidenza con l’ambiente e poi ha spiccato il suo primo volo. Augusto ha volato nell’oasi di Gravina per 10 giorni sempre seguito grazie a una micro radio trasmittente Vhf a corto raggio posizionata sulla penna timoniere centrale (coda), utile per seguire i primi spostamenti nel raggio di 10 chilometri. Poi Augusto ha spiccato finalmente il volo che l’avrebbe condotto in Africa dove passerà l’inverno. CIò che ci si aspetta è che torni a nidificare nel nostro Paese per dare nuova speranza all’esigua popolazione.
Augusto è stato preceduto da altri 9 capovaccai nati in cattività e poi liberati e migrati. Grazie a questo progetto inserito nel piano di azione nazionale per la conservazione del capovaccaio redatto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) e ai dati ottenuti dai trasmettitori satellitari, sono state scoperte le aree di svernamento della popolazione italiana di capovaccaio nel Mali e in Niger.
“Ringraziamo l’ufficio parchi e tutela della biodiversità della Regione Puglia e la Provincia di Taranto per aver inserito questa attività nel progetto Grastepp – conclude il presidente LIPU – e aver reso dunque possibile questa importante e preziosa liberazione di Augusto”.