Una commissione indipendente istituita dal governo giapponese per sondare le cause e la gestione del disastro alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi è stato fortemente critico sia verso l’operatore che gestiva l’impianto, sia verso il governo per la cattiva gestione della peggiore crisi nucleare nel mondo negli ultimi 25 anni, seconda solo al disastro di Chernobyl.
La valutazione è arrivata lunedì 26 dicembre, in un rapporto provvisorio pubblicato nove mesi dopo il forte terremoto e lo tsunami che hanno distrutto l’impianto a nord-est di Tokyo. Lo tsunami ha provocato crolli in tre dei sei reattori, e le radiazioni si sono diffuse su una vasta area, costringendo ad evacuazioni forzate di massa. Inoltre, la contaminazione delle acque sotterranee e del terreno hanno messo in ginocchio il settore agricolo nel nord del Giappone.
Il rapporto afferma che l’operatore Tepco predisse nel 2008 che uno tsunami più alto di 10 metri di altezza avrebbe potuto colpire l’impianto. Ma ha detto che nonostante questo non è riuscito a sviluppare un piano per contrastare tale scenario, e lo scorso 11 marzo le onde erano molto più alte di 11 metri.
I ricercatori hanno anche attaccato il governo per aver ritardato il rilascio di informazioni critiche al pubblico – come i dati sulla radiazione – e per aver usato un linguaggio evasivo per evitare di ammettere la gravità dei crolli nei reattori.
La commissione dovrà rilasciare il rapporto finale verso la metà del prossimo anno.
La mancanza di preparazione per un disastro simile e il fallimento nella risposta hanno accentuato – dice il rapporto – gli effetti dell’incidente nucleare presso l’impianto di Fukushima.
Più di 20.000 persone sono morte a causa del terremoto ma soprattutto del terribile tsunami che si è abbattuto sulle coste del nord del Giappone lo scorso marzo.
Decine di migliaia di cittadini sono stati evacuati quando la radiazione è entrata nell’atmosfera, nelle acque del mare e nel cibo.
La centrale nucleare di Fukushima Daiichi, dotata di 6 reattori, è stata gravemente danneggiata dal terremoto e dallo tsunami, ma anche dalle esplosioni che si sono verificate a quattro reattori dopo che i sistemi di raffreddamento sono stati messi fuori uso.
La scorsa settimana, le autorità hanno dichiarato lo stabilimento era ormai in uno stato di arresto a freddo, ma che ci sarebbero voluti decenni per smontare completamente.
Le 506 pagine del rapporto si basano su interviste a più di 450 persone, tra funzionari governativi e lavoratori dell’impianto.
La giuria è composta da 12 membri ed è presieduta da Yotaro Hatamura – un professore di ingegneria all’Università di Tokyo, specializzato nello studio degli incidenti ad impianti civili – e comprende sismologi, ex diplomatici e giudici.
E’ stata costituita a maggio dall’allora primo ministro Naoto Kan.