Il problema del riscaldamento globale coinvolge tutte le sfere della vita umana sulla terra, in primis quella economica. Alla maggior parte degli scienziati che sostiene che il riscaldamento globale sia dovuto a cause umane, si oppone una corrente scettica, secondo la quale le cause del riscladamento sono invece naturali.
Alcuni ricercatori dell’Università del Connecticut hanno scoperto una relazione fra la posizione dell’opinione pubblica sul riscaldamento globale e l’andamento dell’economia e della disoccupazione.
Lyle Scruggs, professore di scienze politiche sostiene che la gente ha cambiato opinione sul riscaldamento globale con la prima crisi del lavoro nel 2008. Secondo i ricercatori infatti, le motivazioni addotte dalle persone circa i cambiamenti di opinione, e cioè il fatto che il riscaldamento globale sia un strumento per veicolare decisioni politiche o che i dati climatici erano mal interpretati, non avrebbero potuto portare ad un cambiamento tanto radicale.
Secondo Scruggs molte persone credono che le politiche di mitigazione del riscaldamento globale facciano da detterente alla ripresa economica, perciò è molto più semplice credere che il riscaldamento globale per cause antropiche non esista.
La ricerca è stata pubblicata su Global Environmental Change e si basa su sondaggi a partire dal 1980.
Secondo i dati l’opinione pubblica ha cominciato a cambiare attorno al 2008. Un sondaggio riporta che alla fine del 2008 fra il 60 e il 65% dell’opinione pubblica credeva che il riscaldamento globale era imminente e che le ipotesi degli scienziati fossero corrette. Nel 2010 questa percentuale era scesa al 50%.
Gli autori hanno trovato anche una relazione fra il tasso di disoccupazione e l’opinione pubblica. Quando il tasso di disoccupazione era del 4,5 per cento, in media il 60% delle persone intervistate ha dichiarato che il cambiamento climatico era già iniziato. Quando il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 10% la media è scesa al 50%.
Gli scienziati hanno osservato anche che se le persone sperimentano un cambiamento climatico importante in prima persona allora sono più sensibile al problema, ma nel momento in cui gli effetti scompaiono, i problemi legati all’economia diventano più importanti.
La stessa cosa sembra succedere anche nei paesi europei dove però la sensibilità al problema dei cambiamenti climatici pare essere più sviluppata.
Secondo i ricercatori le persone hanno pensieri e comportamenti contrastanti perchè percepiscono un conflitto fra la crescita economica e la protezione dell’ambiente, perciò ammettere il problema del riscaldamento globale, ma volere lo sviluppo economico porta ad una contraddizione interiore.
Ora che l’economia sta iniziando a recuperare e il tasso di disoccupazione si sta riducendo, dice Scruggs, la sensibilità al problema climatico sta cominciando nuovamente a crescere.