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Nuovo studio rivela la rapida scomparsa dei leoni in Africa

Gli habitat adatti al felino ridotti del 75 per cento e la popolazione dei leoni selvatici in rapido declino

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 06.12.2012

Un nuovo studio pubblicato questa settimana conferma che i leoni stanno rapidamente e letteralmente perdendo terreno di fronte alla scomparsa delle savane e della crescita della popolazione umana, che utilizza il territorio in modo massiccio convertendolo all’agricoltura.

Credit: Philipp Henschel/Panthera

Rappresentando la valutazione più completa dello stato dell’ habitat  della savana africana fino ad oggi, il rapporto sostiene che il leone ha perso il 75% del suo habitat originario in Africa – una riduzione che ha devastato le popolazioni di leone in tutto il continente.

Scritta dal coordinatore del  Lion Program Survey di Pathera, il Dott. Philipp Henschel, e da un team di ricercatori coordinato dalla Duke University, la  relazione è stata pubblicata online questa settimana sulla rivista Biodiversity and Conservation.

Utilizzando Google Earth e immagini satellitari ad alta risoluzione, lo studio ha esaminato la savana in tutta l’Africa, la maggior parte dell’area dove attualmente il leone vive, e ha anche analizzato  dati sulla densità della popolazione umana per identificare le aree degli habitat idonei attualmente occupati da leoni. Incredibilmente, l’analisi ha identificato solo 67 regioni isolate in tutto il continente in cui le popolazioni di leoni possono restare indisturbate per lungo tempo. Di queste aree, solo15 hanno una popolazione con almeno 500 leoni.

“La realtà è che di una zona che era un terzo più grande di tutti gli Stati Uniti continentali, resta solo il 25%”, ha spiegato Stuart Pimm, co-autore, della Duke University.

Lo studio conferma inoltre che in Africa occidentale, dove la specie è classificata come in pericolo regionale nella Lista Rossa IUCN delle specie minacciate, rimangono meno di 500 leoni, sparsi in otto regioni isolate.

“I leoni sono stati colpiti più duramente in Africa occidentale, dove i governi locali spesso non hanno incentivi diretti per proteggerli,” ha detto il Dott. Henschel. “Mentre i leoni generano miliardi di dollari in entrate turistiche in tutta l’Africa orientale e meridionale, spronando i governi ad investire per la loro protezione, il turismo basato sull’osservazione della fauna si sta sviluppando lentamente  in Africa occidentale. Attualmente i leoni hanno ancora poco valore economico nella regione, e i governi dell’Africa occidentale avranno bisogno di notevole assistenza straniera per stabilizzare le popolazioni che rimangono finché gli sforzi di conservazione locali potranno essere pienamente sviluppati.”

Luke Dollar, co-autore e direttore del programma di finanziamento del National Geographic’s Big Cats Initiative (BCI), che ha  finanziato parzialmente questo studio, ha aggiunto: “Questa ricerca rappresenta un passo importante per aiutare a fissare le priorità nelle strategie di finanziamento per il salvataggio dei grandi felini.”

All’inizio di quest’anno, Panthera è diventato un collaboratore scientifico e strategico su una grande iniziativa del National Geographic’s Big Cats  per affrontare congiuntamente le minacce più gravi che affliggono i grandi felini in natura e facilitare un sostegno finanziario ai programmi di conservazione più efficaci e di grande impatto . Da allora, con il sostegno della BCI,  il dottor Henschel, ha condotto un ricerca nell’ultima  roccaforte del leone dell’Africa occidentale, un complesso che si trova  fra il Benin, il Burkina Faso, e il Niger, i cui risultati saranno presto pubblicati.

Panthera, fondata nel 2006, è l’organizzazione leader mondiale che si occupa esclusivamente della conservazione dei felini e dei loro ecosistemi.

 

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