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Un nuovo test per monitorare gli effetti del cambiamento climatico sugli alberi

Scritto da Chiara Cichero il 05.04.2012

Gli scienziati forestali europei stanno realizzando un nuovo  test per valutare gli effetti del cambiamento climatico sugli alberi. Tale studio servirà per determinare quali tipologie di alberi potranno sopravvivere  alle condizioni climatiche provocate dal surriscaldamento globale. Non solo, le tipologie di albero che supereranno i test daranno la possibilità di pianificare le politiche ambientali e le linee guida ai funzionari forestali per il futuro. Questo studio è stato reso pubblico dalla BBC News, categoria ambiente.

Migliaia di alberi sono stati piantati in 37 location scelte e suddivise in 12 diverse nazioni. L’obbiettivo degli scienziati che conducono questa analisi è di documentare la crescita degli alberi in ambienti diversi e di monitorarne le reazione in base all’area geografica in cui si trovano.

Gli scienziati sono anche alla ricerca delle specie arboree che potrebbero potenzialmente soppiantare quelle che non sopravviveranno. Secondo le statistiche scientifiche, il mondo perde quattro specie di piante al giorno. Molteplici  i fattori che contribuiscono all’estinzione di alcune tipologie di piante: le condizioni climatiche in evoluzione, l’ inquinamento, le malattie e la deforestazione in corso sono alcuni dei principali colpevolil

Ulteriori misure devono essere adottate per garantire la sopravvivenza degli alberi contro gli effetti dannosi dell’inquinamento e delle malattie, il cambiamento climatico, e anche le specie invasive.
Chris Jones della Commissione forestale in Galles ha dichiarato: “Questo studio è una  delle più grandi prove che abbiamo fatto nel campo della ricerca forestale. Il tipo di informazioni che stiamo ricevendo sarà utile per il futuro. Abbiamo già riscontrato grandi problemi dovuti alla siccità per cui siamo alla ricerca  di altre specie che riescano a sopravvivere a tale condizione. I dati raccolti potranno stabilire, per esempio se la quercia dell’Europa meridionale potrà diventare una valida alternativa.”

Il dott. Keith Kirby, di Natural England, ha infine dichiarato: “Il problema principale è il calendario con qualsiasi sperimentazione di questo tipo, infatti per ottenere i dati necessari ad una completa valutazione del fenomeno dovremo aspettare  dai 50 ai 100 anni”.

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  • Massimo Dott. For. Amb. Di Duca scrive:

    Bene, ma preferisco che i miei colleghi sioccupino di studiare al naturale, cioè di andare a cedre le situazioni di adattameno naturale delle specie. Quindi, si devo sguinzagliare per vtutto il globo, anche per vedere come risponde la natura a questi cambiamenti. Le specie, non solo sofrono per attacchi fungini o di defogliatori o insetti cambivori perchè sono in una stato di deboleza causato da questi cambiamenti. Ma anche vedere e studiare come le specie forestali hanno immesso stratagemmi per difendersi.