Gaianews

Del cibo

"Delle volte penso anch'io così, così la pensava Simone Weil e credo che morire come è morta lei di inedia sia una morte tranquilla, incruenta"

Scritto da Maria Rosa Pantè il 05.11.2012

Vorrei nutrirmi di luce come le piante, di energia. Delle volte penso anch’io così, così la pensava Simone Weil e credo che morire come è morta lei di inedia sia una morte tranquilla, incruenta. Da molto, molto vecchi sarebbe forse bello morire così: consumarsi piano piano e appassire come un fiore.

Simone WeilSimone Weil è morta a poco più di 30 anni e dunque la sua morte è stata contro natura in ogni caso, ma l’idea di nutrirsi di luce e, quando è il momento, molto in là con gli anni, lasciar spegnere l’energia e morire è molto affascinante.

Queste riflessioni un po’ visionarie nascono dal fatto che sono contenta di essere diventata vegetariana (quasi vegana) e di mangiare meno.

Petrarca pare fosse vegetariano per via d’un carattere chiuso, nevrotico, tormentato: non gli piacevano i lunghi banchetti. Questo è un rifiuto del cibo che io rifiuto. Mi piace di più la posizione di Leonardo da Vinci che non mangiava carne per amore verso gli animali. Se si diventa vegetariani così si diventa, secondo me, migliori e si continua a mangiare con gusto.

Insomma io non mangio più carne e in genere mangio meno non per mortificazione, ma per una crescita spirituale.

Sapevo che la scelta vegetariana mi avrebbe resa migliore, che la mia spiritualità ci avrebbe guadagnato: avere meno sensi di colpa rende più leggera e lieve la vita. Ma sul mangiare meno avevo dei dubbi.

Ho cominciato per motivi di salute e non ingozzarmi mi fa sentire meglio non solo appunto in salute, in estetica, ma, e non lo pensavo, nella mia vita interiore, nella mia ricerca dell’essenza e della sobrietà.

Ecco, non sono anoressica, alla mia età spero sia un rischio ormai superato, ho 51 anni, piuttosto mi abbuffo meno. Mangio meno, meno cose sofisticate, meno cose in quantità e anche in varietà.

In sostanza anche così in qualche modo mi oppongo e mi ribello all’idea di uomo consumatore che è stata creata per noi da alcuni secoli a questa parte.

Io per esserci, per valere qualcosa, per stare bene, per sentirmi felice NON devo per forza consumare, mangiare tanto, mangiare tutto.

Io non devo sentirmi il re del creato, signore assoluto, che mangia cadaveri, vita che si nutre di altra vita. Non era così nell’Eden, forse mangiare meno e soprattutto non mangiare più carne per me è stato un passettino verso il Paradiso Terrestre che c’è, è vicinissimo, sta nella testa, nel cuore e nelle viscere di ciascuno di noi.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
  • Aldo Fappani scrive:

    Cara Maria Rosa, interessante il tuo dire su alimentazione/cibo e sulla scelta vegetariana, quasi vegana, che sei riuscita a conquistare. Complimenti. Legittima, ma un poco fantastica con velato charme poetico – visionario la tua introduzione usata per agganciarti al tema circa la morte di Simone Weil. Anch’io vorrei non mangiare più carne di nessun tipo ma è maledettamente difficile pur avendone in questo ambito diminuito il consumo. Oltre che per tutelare meglio la salute, ciò che a fatica da anni mi spinge intellettualmente in questa direzione – propio come te – è la scelta etica di Leonardo da Vinci che non mangiava carne per amore degli animali … Mi auguro in un prossimo futuro di riuscire a seguire le sue orme. Sarà molto dura ma se raggiungessi l’obiettivo ne sarei orgoglioso.

  • SalvoFi scrive:

    ricordi di 15 anni fa ho presente qualche conoscente, seguace della dieta macrobiotica: visi e corpi molto molto magri, a volte. Forse qualche combinazione di cibi sbagliata, forse qualche leggerezza “teorico-scientifica”.

    Ora però l’accostamento tra la scelta della Weil ed il restante contenuto dell’articolo, un pochino ingenera l’abbinamento di una qualche DEPRIVAZIONE con quella scelta (veganismo) che invece di solito rimane pienamente equilibrata.

    Una cosa le libere associazioni, altra cosa i messaggi ricevuti.