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Aids può tornare a far stragi nei prossimi 20 anni

Una nuova pandemia di AIDS è una possibilità reale secondo Jeremy Farrar, uno dei massimi esperti di HIV, a causa dello sviluppo di ceppi resistenti alle attuali cure

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 27.05.2014

Una nuova pandemia di AIDS è una possibilità reale secondo Jeremy Farrar, uno dei massimi esperti di HIV, avvisa che l’Aids può tornare a far paura nei prossimi 20 anni a causa dello sviluppo di ceppi resistenti alle attuali cure.

HIV

L’allarme è arrivato dalle colonne del quotidiano inglese The Independent, per bocca di Jeremy Farrar, l’autorevole direttore del Wellcome Trust e dei più ascoltati specialisti di malattie infettive del pianeta.

A mettere gli scienziati in guardia è Jeremy Farrar, una delle maggiori autorità mondiali sulle malattie infettive, che avverte: un aumento dei ceppi del virus ai farmaci attuali potrebbe invertire i progressi compiuti dal 1980 nella lotta contro la malattia.

Il professor Jeremy Farrar ha detto che l’HIV farmaco-resistente avrebbe un impatto enorme nei prossimi 20 anni nella diffusione dell’AIDS, se mai i farmaci che hanno permesso enormi miglioramenti per l’aspettativa di vita dei pazienti diverrebbero meno efficaci.

I farmaci antiretrovirali attualmente utilizzati per trattare l’HIV hanno avuto tanto successo contro l’AIDS che le persone malate riescono a vivere una vita sana e attiva se hanno accesso ai farmaci e se rispettano strettamente il regime farmacologico.

Pur riconoscendo gli “incredibili” progressi compiuti dal 1980 nel trattamento dell’HIV, il professor Farrar mette in guardia da un rilassamento delle difese contro il terribile virus: “Non è irragionevole che una pandemia di HIV potrebbe tornare”, ha dichiarato.

“Dovremmo continuare a sviluppare nuovi composti piuttosto che compiacerci sull’esistenza dei farmaci attuali”, ha aggiunto . ” Un vaccino è fondamentale anche per garantire che non dovremo fare affidamento su sui trattamenti correnti per sempre. Ma un vaccino contro l’HIV è incredibilmente difficile.”

In un articolo per la rivista Nature pubblicato la scorsa settimana, il professor Farrar e un altro autore, il professor Mark Woolhouse, hanno chiesto l’istituzione di una “potente organizzazione globale” simile al Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) per coordinare la risposta a livello mondiale contro la crescente minaccia della farmaco-resistenza di batteri e virus.

Gli scienziati da anni avvertono che l’ascesa delle malattie resistenti ai farmaci rischia di annullare un secolo di progresso medico, se mai le operazioni di routine e i trattamenti contro il cancro diventerebbero mortali a causa del rischio di infezione.

Ceppi resistenti di tubercolosi, malaria, HIV e MRSA si sono già diffusi in tutto il mondo. Si stima che solo in Europa ogni anno muoiono 25.000 persone ogni anno a causa di infezioni resistenti ai farmaci – più o meno le stesse di quelle morte in incidenti stradali.

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