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Cellulari: misurata l’esposizione e creata una app per monitorarsi

L'ARPA della Regione Piemonte ha misurato con un metodo innovativo l'esposizione alle onde dei cellulari

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 13.06.2014

L’Agenzia Regionale per l’Ambiente del Piemonte ha reso noti i risultati di monitoraggio delle onde elettromagnetiche prodotte dai cellulari e realizzato un’apposita app per monitorare il proprio uso del telefono e inviare eventualmente i propri dati per uno studio epidemiologico.

La ricerca ha misurato l’esposizione alle onde con i telefonini 2G e 3G,  con diversi livelli del segnale e sugli adulti e i bambini.
Il metodo utilizzato è all’avanguardia ed è stato messo a punto dall’ARPA.

Cellulari

“L’esposizione umana ai campi elettromagnetici a radiofrequenza è determinata da una molteplicità di sorgenti e il telefono cellulare ne rappresenta una tra le più significative – sottolinea nel comunicato Arpa, il Direttore Generale dell’Agenzia Angelo Robotto – Per valutare l’esposizione alle radiazioni emesse dai telefonini, Arpa Piemonte ha messo a punto un sistema di misura ad hoc per rilevare la potenza in trasmissione. Tale approccio sperimentale risulta unico nel panorama scientifico internazionale, in quanto nelle altre poche indagini pubblicate la potenza trasmessa era determinata per mezzo di specifici software”.

Secondo i risultati l’esposizione alle onde è stata ridotta da 10 a cento volte con al nuova tecnologia 3. Inoltre l’uso dell’auricolare, oppure del vivavoce tenendo il telefono almeno a 30 centimetri, riduce del 90% le emissioni.

Inoltre l’ARPA ha valutato che nei luoghi in cui il segnale è più debole le persone sono esposte ad una quantità maggiore di onde, minore invece dove il segnale è più forte.

Un attenzione particolare dovrebbe essere riservata ai bambini, che a parità di utilizzo ricevono il 150% delle radiazioni.

Infine l’ARPA ha realizzato una app scaricabile qui  che consente di misurare il proprio utilizzo ed eventualmente inviare i propri dati per uno studio epidemiologico.

Sulla pericolosità delle onde elettromagnetiche la comunità scientifica non è ancora giunta ad una visione univoca e molti studi saranno necessari. Ma nel 2011 l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza tra gli agenti “possibilmente cancerogeni (gruppo 2B)”.

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