Abbiamo recentemente parlato dell’effetto della ippoterapia sui bimbi autistici. Oggi la pet therapy è usata anche in Umbria per aiutare le vittime di stalking, mobbing e ludopatia. Il progetto si chiama “Qua la Briglia!”. I cavalli utilizzati in questo esperimento sono destinati al macello, sono stati recuperati in corse clandestine o erano vittime di maltrattamenti.
Coloro che aderiscono al progetto si sono rivolti allo sportello Adoc (Associazione Difesa Orientamento Consumatori) al quale ogni mese si rivolgono persone in difficoltà.
“Credo molto in questo progetto – ha dichiarato il presidente di Adoc Umbria, Angelo Garofalo – poiché rappresenta una possibilità valida in più per trattare il disagio fisico e psicologico. Il progetto ‘Qua le briglie’ va a completare il lavoro che sta conducendo lo Sportello Adoc – sono state le parole del vicepresidente Aviano Rossi -. Ma tutto ciò sottende una situazione sociale allarmante, che non può essere lasciata in mano al solo volontariato. La società in cui certi disagi sono maturati ha anche il dovere di porre riparo”.
“Testimonial di questo progetto innovativo che potrà avere importanti risvolti anche sociali ed economici e magari ridare fiducia e tranquillità a tante famiglie – ha sottolineato Guasticchi – sarà il pluridecorato Iglesias, il cavallo di ‘San Francesco’, rapito e poi ritrovato, diventato il simbolo dell’ippica ‘made in Umbria’, plasmato, dall’allevatore di Assisi, Sergio Carfagna, e consacrato dal ‘re’ degli allenatori, Holger Ehlert ai migliori livelli della generazione 2004, che tra l’altro ha corso gratuitamente con il logo della Provincia di Perugia”.
Luisa Belletti, esperta di equitazione integrata qualificata Equitabile, ha spiegato che “si vuole proporre un percorso in chiave equestre finalizzato al mantenimento delle capacità e alla motivazione ‘nel fare’, fruendo della chiave empatica sociale del cavallo. In un ambiente tranquillo e deistituzionalizzato, si intende contrastare il rischio di emarginazione e di isolamento sociale, ma si vuole anche aumentare o ritrovare la propria autostima con attività stimolanti e di socializzazione, accompagnati nel percorso da tecnici di equitazione integrata e con il supporto di volontari. Si opera a livello di emozioni e sensazioni – ha aggiunto Belletti – ma i risultati sono concreti’.