Secondo tre nuovi e diversi studi una proteina contenuta nel sangue potrebbe invertire il processo di invecchiamento, rappresentando una sorta di elisir di giovinezza. Le ricerche, condotte finora su topi, potrebbero rappresentare una via per la cura di patologie legate all’invecchiamento. Sulla sperimentazione sugli uomini, però gli scienziati sono molto cauti.
“E’ davvero emozionante”, ha detto Amy Wagers della Harvard Stem Cell Institute, autore di uno degli studi pubblicati sulla rivista Science. “Sembra che ci sia un coordinamento dei segnali attraverso il sistema sanguigno che influenza l’invecchiamento di molti organi.” Tra cui il cervello.
Due dei tre studi si sono concentrati sulla proteina chiamata GDF11, presente sia nei topi che nell’uomo. “Aumentando i livelli di GDF11, assistiamo nei topi ad un ripristino della capacità del muscolo di riparare se stesso dopo un infortunio”, ha spiegato Wagers. Una caratteristica che nell’uomo si va parzialmente perdendo nel corso dell’età.
In un secondo studio Lida Katsimpardi e colleghi hanno scoperto che la proteina, una volta iniettata, ha migliorato il sistema vascolare in aree chiave del cervello di topi vecchi.
L’ultimo studio pubblicato su Nature Medicine ha iniettato sangue di topi giovani in quelli vecchi, modificandone l’ippocampo e rendendolo simile a quello dei topi giovani.
Saul Villeda, autore principale dello studio su Nature Medicine, ha detto: “Vale sicuramente la pena di perseguire lo studio negli esseri umani. Penso solo che questo dovrebbe avvenire in un contesto appropriato.”