Umberto Veronesi ha ricordato nonostante l’incidenza dei tumori sia ormai al 50% della popolazione, in Italia la mortalità si è ridotta.
Il famoso oncologo ha detto che la sopravvivenza a cinque anni dalla diagnosi di tumore è arrivata al 53%, con una mortalità ridotta in tutto il Paese, ma che occorre fare di più per abbattere i rischi legati agli stili di vita e a quelli ambientali.
Per Veronesi occorre andare avanti a causa dell’aumento fenomenale dell’incidenza: “Cinquanta anni fa si ammalava di tumore una persona su 20, oggi quasi una su 2”. Questo è dovuto non solo a fattori ambientali come l’inquinamento, ma anche a causa dell’aumento dell’aspettativa di vita. Ma nonostante il sensibile incremento, l’obiettivo “era e resta quello della mortalità zero”.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha poi sottolineato che di quel 53% di pazienti oncologici sopravvissuti e nonostante l’invecchiamento della popolazione, il miglioramento della cura mette l’Italia al terzo posto della classifica europea.
Il ministro fa inoltre sapere che nel 1990 in Italia per il tumore della mammella si registravano 40 decessi tra le donne ogni 100 mila colpite dalla malattia (lo 0,4 per mille). Oggi il numero si è circa dimezzato.
Gli italiani che sono guariti dal tumore sono 1,3 milioni, spiega Lorenzin, quindi il cancro non è più da considerare un male incurabile ma una malattia cronica.
Il ministro accenna anche al ruolo dei programmi di prevenzione: “In un anno sono state circa 1,5 milioni le donne tra i 50 e i 69 anni che si sono sottoposte a screening. I controlli riducono di oltre il 45% la mortalità”.
Tuttavia, ha aggiunto Lorenzin parlando delle liste d’attesa, “rimangono le differenze per l’accesso agli screening e in qualche caso alle cure”.