Le notizie dei politici di Washington e la loro retorica sembra avere meno influenza sul pubblico americano rispetto alle altre notizie, secondo uno studio condotto da Corwin Smidt, un politologo della Michigan State University.
Sembrerebbe invece che i cittadini siano più inclini a essere influenzati da notizie sulle proteste popolari ed eventi locali . Lo studio appare nella rivista trimestrale Public Opinion Quarterly.
Smidt sostiene che i politici non possono più pensare di utilizzare i media per influenzare l’opinione pubblica come ci si aspettava.
Egli ha studiato la copertura mediatica su due questioni nazionali: il controllo delle armi nel 2000 e la riforma sanitaria nel 2009, e in entrambi i casi ha scoperto che le campagne per promuovere il dibattito a Washington avevano poco o nessun effetto sui sondaggi di opinione. I motivi di questo fenomeno possono essere molteplici, ha detto, tra cui la saturazione di notizie 24 ore su 24 sui canali di informazione e Internet.
Ma le notizie sulle proteste sembravano invece trovare un riscontro. Per esempio, la notizia sulla Million Mom March del 2000, progettata per ottenere il sostegno per leggi più severe sulla detenzione di armi, è stata molto influente nel plasmare l’opinione pubblica, secondo lo studio.
Le notizie di cronaca di alto profilo e anche i reati legati alle armi sono stati influenti nei sondaggi d’opinione, anche se meno delle proteste.
Come politologo, Smidt ha detto di aver guardato non tanto al perché i media avessero coperto certe storie, ma piuttosto a come il pubblico ha reagito ad esse. Alcuni sostengono che i media influenzino l’opinione pubblica, ma non è necesariamente così.
“I mezzi di informazione sono ancora “i guardiani”, nel senso che se non diffondono una notizia probabilmente non possiamo venirne a conoscenza diversamente, ma tutto ciò che diffondono non ha lo stesso effetto”, ha detto Smidt. “In realtà potrebbe essere la trama all’interno della notizia che influenza l’opinione pubblica.”