LIVORNO – Le squadre di emergenza stanno facendo a gara per trovare le circa 40 persone che ancora mancano all’appello dopo che la nave da crociera Costa Concordia si è arenata al largo dell’Isola del Giglio, in Toscana. Nella notte sono stati recuperati 2 turisti coreani che si trovavano ancora nella loro cabina e attualmente si stanno verificando dei rumori che provengono da un ponte della nave.
Tre persone sono morte, due turisti francesi e un membro dell’equipaggio peruviano. La Guardia costiera, che ha eseguito il fermo del capitano della nave ieri sera, ha detto che l’uomo è ancora in stato di fermo.
L’ufficiale della Guardia Costiera Emilio del Santo ha confermato a Gaianews.it che i sommozzatori hanno accertato che non ci sono corpi rimasti incastrati sott’acqua nella parte esterna della nave. L’ispezione dei ponti allagati non è ancora possibile. La nave, un mastodonte di 292 metri di lunghezza, era una delle navi da crociera più grandi della compagnia genovese Costa Crociere.
Per quanto riguarda il carburante della nave, del Santo ha detto che non ci sono attualmente sversamenti in mare di alcun tipo. La Costa crociere ha informato la Guardia costiera che i tecnici incaricati delle operazioni di recupero della società olandese “Smit International” sono già sul posto e stanno acquisendo i dati tecnici necessari per poter procedere all’estrazione del carburante.
Il gasolio presente nei serbatoi della nave è pari a 2.380 tonnellate, e dovrà essere aspirato per evitare possibili danni in un tratto di mare ad altissimo valore naturalistico. L’Isola del Giglio si trova nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, la più ampia area protetta dei mari europei. Inoltre l’Isola del Giglio è anche un sito di interesse regionale (SIR) e zona di protezione speciale (ZPS).
La nave è affondata la notte di venerdì 13 gennaio, durante una crociera nel Mediterraneo. La maggior parte dei suoi 4.200 passeggeri e membri dell’equipaggio hanno raggiunto terra con scialuppe di salvataggio, ma alcuni hanno nuotato a riva.
Sempre l’ufficiale Del Santo ci ha comunicato che i danni al fondale marino sembrano per ora limitati agli scogli che hanno impattato la nave. Uno di questi è stato strappato e attualmente si trova incastrato nella chiglia della Costa Concordia, visibilmente sventrata a causa dell’impatto.
Per quanto riguarda la rotta della nave, la Guardia Costiera non è ancora in grado di affermare se la nave stesse seguendo una rotta sbagliata e non ha potuto quindi dire se gli scogli erano o meno segnalati sulle mappe nautiche.
Intanto emergono altri particolari interessanti sulla possibilità di un errore umano: la Costa Concordia è dotata di sonar in grado di rilevare la profondità dell’acqua al di sotto della nave e nelle immediate vicinanze, oltre ad avere un radar che può rilevare oggetti che si ergono al di fuori del pelo d’acqua. D’altronde, anche se il capitano si fosse accorto del fondale troppo basso, probabilmente non avrebbe potuto fermare la nave in tempo per evitare gli scogli.
Questo e molti altri dubbi che avvolgono la vicenda verranno in ogni caso risolti quando la Procura analizzerà le scatole nere della nave, che sono state acquisite dalla Guardia costiera e consegnate già agli inquirenti.
UNA NAVE DI QUESTE DIMENSIONI CON 4300 PERSONE NON SI PUÓ LASCIARE NELLE SOLE MANI DEL COMADANTE PERHÉ PUÓ FARE ERRORI. IO PENSO CHE SE AVREBBE AVUTO IL SONAR CHI STAVA AL TIMONE AVREBBE EVITATO QUESTO DISASTRO.
mi dispiace,non si doveva succedere una cosa dell genere.
mi dispiace per le persone ferite per le persone morte il capitano ha sbagliato rotta perche si potevano scanzare gli scogli e persone che hanno detto hai turisti che era un problema tecnico ma si doveva dire la verita che era un problema grave di stare tutti insieme per riuscire a salvarsi