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Orlando: il “green new deal” occasione per l’equità sociale

"L'ambiente deve essere l'occasione per una partecipazione democratica dei cittadini, che all'ambizione di rigenerazione del territorio corrisponda una rigenerazione della democrazia", Andrea Orlando

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 12.12.2013

Si è conclusa da poche ore la conferenza Biodiversità e Aree Protette: La Green Economy per il rilancio del Paese. La conferenza si è svolta a Roma presso l’Aula Magna dell’Università La Sapienza.

La conferenza, iniziata ieri 11 dicembre è stata voluta dal Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando ed è stata organizzata insieme con Federparchi, Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Union Camere e l’Università La Sapienza.

Il Ministro Andrea Orlando ha introdotto i lavori ieri mattina e il suo intervento è stato seguito dagli  interventi del Capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone, del Direttore Generale dell’IUCN Julia Marton- Lefèvre e ancora dei rappresentanti di ISPRA, OCSE, A.A.STER.

Ministro Orlando, Natura d'Italia

Ieri nel pomeriggio 4 gruppi di lavoro tematici (su greenjobs, aree protette e conservazione, infrastrutture verdi e ricerca scientifica) hanno proposto e discusso con grandi assemblee di addetti ai lavori dei documenti che saranno  modificati sulla base di ciò che emesso dalle discussioni e poi resi pubblici. 

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che doveva essere presente stamane, nel secondo giorno di lavoro, impossibilitato a partecipare ha inviato un messaggio nel quale ha scritto che “la difesa dell’ambiente e della biodiversità, la gestione sostenibile delle risorse naturali, la valorizzazione del paesaggio e del territorio rappresentano una sfida cui vanno date risposte urgenti nel nostro paese”. Una sfida, scrive ancora Napolitano “che si intreccia alla crisi ecologica che interessa l’interno pianeta e che può essere fronteggiata solo con un impegno comune e innanzitutto in una dimensione europea.” 

Alla conferenza sono intervenuti anche il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni, il Ministro del Lavoro Enrico Giovannini e il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. 

La conferenza che ha coinvolto ricercatori e professori universitati, aree protette, agricoltori, imprenditori, e ogni comparto che possa essere coinvolto in quello che viene definito “new green deal” ha analizzato e discusso il ruolo della natura all’interno di un nuovo modo di intendere l’economia. Il vecchio modello ha mostrato di non poter funzionare e nuove soluzioni, nuovi equilibri, rappresentano un’occasione per rilanciare l’economia italiana in recessione.

Il Ministro Orlando intervenuto anche questa mattina, in un sentito intervento, ha espresso soddisfazione per questo evento che ha messo in rilevanza la natura come patrimonio dei parchi, ma anche delle città, che diventa vanto del patrimonio del Paese al pari di quello artistico e culturale. 

Il Ministro ha sottolineato come la crisi ecologica e quella economica si intreccino ponendo problemi di sostenibilità sociale alla attuale classe dirigente. In questo momento storico, ha spiegato Orlando, è necessario tornare ad una programmazione dello sviluppo che vada oltre il breve periodo, oltre i rendimenti immediati. Se non si interpreta secondo una modalità condivisa che tenga conto delle sofferenze sociali il valore della natura, ci sarebbe il rischio, secondo il Ministro Orlando, che la finanza speculi anche su questi beni e servizi ecosistemici, così come sta già in parte succedendo con l’acqua.

E che la programmazione sia necessaria lo dimostrano gli eventi tragici legati al dissesto idrogeologico, molte volte citati lungo la due giorni di discussione. Non è possibile, secondo Orlando, che siano gli eventi tragici a ricordare la necessità di una programmazione di lungo periodo.

Invece questo momento storico può essere un’occasione per pensare ad un “green new deal” che non vada a scapito delle fasce più deboli, ma che invece favorisca l’equità sociale a livello locale. La nuova politica verde deve trovare un equilibrio fra ecologia ed equità ed è necessario che questa politica verde sia assunta come parte fondante di un’agenda di riforma: la lotta ai cambiamenti climatici e all’inquinamento dell’aria, devono diventare elementi fondamentali.

L’Italia, ha continuato il Ministro,  ha dilapidato una grande parte della sua ricchezza stabile. Poi lo sviluppo si è arenato e ora restano i guasti con il rischio ulteriore di depredare anche saperi e conoscenze.

E per fronteggiare tutto questo sono necessarie ingenti risorse, ed è necessario quindi cercare  meccanismi in grado di finanziare  queste azioni.

Dissesto idrogeologico, consumo del suolo, infrastrutture verdi, edilizia sostenibile, lotta all’inquinamento atmosferico e acqua bene comune, sono fra gli argomenti che il Ministro ha elencati come prioritari. E ognuna di queste azioni deve essere supportata dalla ricerca scientifica.

E ci sono settori, spiega Orlando, come il riciclaggio, che occupano 50.000 persone in 4000 aziende: nessun incentivo è stato speso per l’avvio di queste attività che sono invece all’avanguardia in Europa. E anche lo sviluppo delle energie rinnovabili è importante e ha bisogno di una politica chiara e di lungo periodo “senza retromarce”. La norma sul capacity payment presente nel Ddl stabilità che favorisce le fonti fossili deve essere cambiato, ha detto Orlando.

L’ambiente, ha concluso il Ministro, deve essere l’occasione per una partecipazione democratica dei cittadini, che all’ambizione di rigenerazione del territorio corrisponda una rigenerazione della democrazia.

 

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