Shanghai – Prima 5 mila, circa 7 mila, poi 9 mila: ora siamo a 13 mila. I maiali morti i Cina fanno parlare di catastrofe, ma le autorità locali minimizzano. Nelle acque del fiume che attraversa Shanghai, sono state ripescate più di 13 mila carcasse di maiali in una decina di giorni. Un bilancio che non smette di crescere. E così cresce anche l’inquietudine degli abitanti che lì usano l’acqua del rubinetto ogni giorno.
Il conteggio macabro non è ancora finito. Sono più di 13 mila i maiali che sono stati trovati morti tra Shanghai e la città di Jiaxing, nella vicina provincia dello Zhejiang, è ciò che riporta l’ultim’ora. Lunedì scorso, il comune di Shanghai aveva annunciato di aver ripescato circa 9,5 mila carcasse nelle acque dello HuangPu, un affluente dello Yangtse, che attraversa la metropoli cinese e alimenta l’acqua potabile. Nello stesso periodo, le autorità dello Yangstse hanno recuperato 3,6 mila animali morti nelle loro acque.
Dopo le prime cifre annunciate, che risalgono al 10 marzo scorso, il bilancio si è più che decuplicato. Tanto che Ansa parla di catastrofe e racconta di Jiaxing, città che dovrebbe essere il luogo di origine dell’epidemia di circovirus suino, virus che avrebbe provocato la morte dei maiali. Le autorità sanitarie locali definiscono questo virus non trasmissibile all’uomo. Che cos’è il circovirus ? L’infezione da circovirus suino tipo 2 (PCV2) è ampiamente diffusa nella maggior parte dei paesi a suinicoltura avanzata. L’infezione da circovirus può essere causata da fattori scatenanti, quali condizioni ambientali sfavorevoli o stress. Ora, nella sola Jiaxing, 130 mila abitanti l’anno scorso hanno allevato oltre 7 milioni di maiali. Quasi nel 90% dei casi si tratta di piccole aziende a gestione familiare, con una cinquantina di animali allevati.
La questione fa molto rumore sul web. Gli allarmismi e i blog che li raccontano si moltiplicano. Si parla di “pesca ai maiali”. Un comunicato ufficiale precisa che i cadaveri vanno dal piccolo maialino alla maiale adulto di parecchie centinaia di chili. Dopo essere stati gettati nel fiume, ora i cadaveri vengono ripescati proprio come i pesci, per evitare che si alimentino traffici illeciti di carne contaminata. Che la questione inquinamento, in particolare inquinamento dell’aria e dell’acqua, sono diventate questioni scottanti per la Cina, ormai è fuori di dubbio.
Ma facciamo un breve resoconto dei precedenti scandali alimentari, i più recenti. Polli e uova alla diossina, morbo della mucca pazza. Senza contare la recente contaminazione, quella del 2012, che ha visto protagoniste delle bistecche arricchite col batterio dell’E.coli, che ha fatto una quarantina di morti in Europa. E ancora la Cina, nel 2008, con il latte in polvere tagliato con la melamina, quando oltre 3 mila bambini rimasero intossicati e sei di essi morirono. Questo per citare alcuni tra i casi più eclatanti.
E mentre i cinesi si sentono sempre meno sicuri in merito ai controlli alimentari fatti nel loro Paese, le autorità sono tranquille. Le stesse, proprio alla luce del ritrovamento delle migliaia di carcasse di maiali, hanno intensificato i controlli nei mercati per scongiurare la vendita di carne suina proveniente da animali malati e hanno detto che non vi è motivo di allarmarsi. Anche lo Shanghai Daily si dice ottimista. In realtà, la maggior parte dei residenti nella capitale cinese, sta usando con parsimonia l’acqua del rubinetto, preferendo l’acqua in bottiglia per cucinare.