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Besanosaurus: il pesce-rettile di Varese

Scritto da Andrea Maraldi il 12.01.2015

E rieccoci di nuovo qui, pronti ad iniziare un nuovo anno parlando di cose vecchie di milioni di anni! Quando questa rubrica è iniziata lo scorso anno, è stato presentando una specie preistorica “nostrana”, quindi inizieremo il 2015 nello stesso modo, però questa volta non si tratterà di un dinosauro, ma di un rettile vissuto nei nostri mari: il Besanosauro.

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Questo interessante animale è attualmente il rappresentante più antico della famiglia degli Ittiosauri noto alla scienza, oltre che uno dei rettili marini più grandi ritrovati in Italia: il fossile più completo in nostro possesso è stato ritrovato nei pressi di Varese, nella località di Monte San Giorgio, presso la frazione di Besano, da cui la specie prende il nome. Il reperto in questione appartiene ad una femmina adulta lunga quasi 6 metri, con un peso minimo stimato in vita di una mezza tonnellata, ed è in un eccellente stato di conservazione. Altri fossili più frammentari che potrebbero appartenere ad altri esemplari della specie sono tutt’ora in fase di studio.

Gli Ittiosauri (il nome letteralmente significa “pesce-rettile”) sono un vero e proprio equivalente rettiliano dei delfini: mentre altre varietà di rettili acquatici, come i Plesiosauri, hanno sviluppato forme ed anatomie comunque riconoscibili a colpo d’occhio come “rettiliane” gli Ittiosauri, così come i Cetacei, avevano forme molto, molto più simili a quelle dei pesci ossei, anche più dei Cetacei infatti, dato che, ad esempio, gli Ittiosauri erano dotati di una pinna caudale disposta in verticale come nei pesci, anziché orizzontale come in balene e delfini. Sono comparsi sulla Terra circa 250 milioni di anni fa, e sono scomparsi circa 150 milioni di anni dopo, in pieno periodo Cretaceo, in circostanze non ancora del tutto chiare.

Il Besanosauro, essendo uno dei rappresentanti più antichi della famiglia presenta vari caratteri primitivi, ma non così tanto da chiarirci del tutto l’origine di questa varietà di rettili marini, anche se ci fornisce comunque varie importanti informazioni sulla loro evoluzione. I caratteri primitivi più evidenti nella specie sono la testa ancora relativamente piccola e “separata” dal resto del corpo, la differenza di dimensioni fra le pinne anteriori e posteriori non ancora eccessivamente marcata (circa solo un 15% di differenza, quando in specie successive le pinne posteriori si sono atrofizzate fino quasi a scomparire) e la totale assenza di una pinna dorsale, sviluppatasi solo successivamente; anche la presenza di una pinna caudale completa è a dir poco dubbia. Tutte queste peculiarità messe insieme ci portano ad immaginare che il Besanosauro prediligesse vivere in acque calde e poco profonde, e che si nutrisse prevalentemente di animali da fondale, come vermi, molluschi e crostacei, più facili da inseguire, dato che non essendo ancora dotato di tutte le “attrezzature” per il nuoto in alto mare o a grandi velocità, come nei delfini, probabilmente si muoveva nell’acqua con moto serpeggiante, con modalità simili, per esempio, a quelle di una grande murena.

Abbiamo accennato al fatto che l’esemplare scoperto presso Monte San Giorgio fosse una femmina: per una volta possiamo stabilirlo con certezza, perché gli Ittiosauri erano ovovivipari, ossia le uova si schiudevano nel corpo delle madri, che partorivano piccoli vivi e già formati, adattamento che ha permesso agli Ittiosauri di slegarsi completamente dalla terraferma, diventando creature in grado di vivere permanentemente in mare. Malgrado fosse una specie molto antica, il Besanosauro già si riproduceva in questo modo e nel fossile completo in nostro possesso sono presenti ben quattro “feti” nel ventre dell’esemplare adulto, prova inconfutabile del fatto che lo scheletro appartenesse ad un esemplare di sesso femminile.

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