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L’Entelodonte, uno spaventoso antenato dei maiali

Scritto da Andrea Maraldi il 05.11.2014

Una delle storie più famose della mitologia greca è quella che racconta delle Dodici Fatiche affrontate dal possente Ercole, molte delle quali consistevano nel cacciare ed abbattere feroci creature mitologiche, fra cui anche il gigantesco Cinghiale di Erimanto. Se una simile bestia fosse realmente esistita, probabilmente sarebbe stata molto simile alla creatura di cui parleremo oggi, lo spaventoso suino carnivoro Entelodonte.

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Vissuto in Europa, Africa e forse in Cina circa 30 milioni di anni, l’Entelodonte era simile ai moderni facoceri, ma grande e pesante quasi quanto un orso grizzly: non era propriamente un Suino, ma un Suiforme, quindi in realtà più imparentato con gli antenati di maiali e facoceri, che direttamente con loro. Le differenze più significative a livello anatomico erano nelle zampe, le cui ossa erano pressoché fuse in un’unica struttura più rigida, ma al tempo stesso anche più robusta naturalmente, e nelle vertebre, che presentevano allungamenti simili a quelli riscontrate in alcune tipologie di bovini e che, come in questi ultimi, molto probabilmente fungevano da struttura di sostengno per una gobba di materiale adiposo (grasso) che fungeva da riserva di calorie nei periodi di magra.

Anche le zampe presentevano differenze, dato che erano dotate di un solo grande paio di dita con zoccoli, mentre le due piccole dita laterali presenti nei Suini moderni si erano atrofizzate fino a scomparire del tutto. Per il resto la corporatura dell’animale era piuttosto simile a quella di un grosso cinghiale.

L’arma numero uno dell’Entelodonte era ovviamente la sua grande testa: lunga più di sessanta centimetri, e posizinata alla fine di un collo tozzo e muscoloso, con grandi zigomi sporgenti. Il muso potrebbe aver ospitato un grugno simile a quello dei maiali,  ma essendo una struttura formata da tessuti molli non ne abbiamo tracce nei fossili e quindi non c’è modo di saperlo con certezza.

La bocca presentava alcune similitudini strutturali con mammiferi predatori quali i Felidi, che ci dicono che l’animale avrebbe potuto spalancarla sufficentemente da ingoiare grosse porzioni di cibo, o infliggere morsi poderosi. E riguardo a questo, l’Entelodonte possedeva una dentatuta completa, suddivisa in incisivi, canini, molari e premolari, come nell’uomo. Non posseveda zanne ricurve come nei Suidi veri e propri, ma aveva canini molto grandi e prominenti che erano indubbiamente un buon strumento sia di difesa che di offesa.

E’ facile immaginare che una simile creatura fosse prevalentemente un predatore, ma la struttura delle zampe ci dice che l’Entelodonte non era un buon corridore, e che avrebbe potuto lanciarsi solo in brevi “scatti” e non in veri e propri inseguimenti. Un bell’handicap per un cacciatore attivo. Anche se non è inverosimile pensare che prediligesse nutrirsi di carne era probabilmente un onnivoro, e si procurava proteine animali nutrendosi di carogne, dandosi alla caccia di prede vive solo in caso di necessità, o magari quando le migrazioni stagionali dei grandi erbivori portavano nel suo territorio una sovrabbondanza di prede, migliorando le sua chance di successo di abbattere una preda.

Non possiamo dire granché del suo comportamento studiandone solo gli scheletri, ma è ragionevole supporre che vivesse da solo, o in piccoli gruppi familiari e che fosse un animale molto territoriale: le sue zanne avrebbero potuto essere un ottimo deterrente visivo durante dispute con potenziali rivali, come accade ad esempio negli ippopotami, che sono a loro volta discendenti dai Suiformi, e che fanno bella mostra della loro dentatura per scoraggiare i concorrenti prima di ricorrere a scontri più diretti e cruenti.

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