Stando alle ultime dichiarazioni di vari amministratori del parco e dei comuni apuani la vicenda delle cave sarebbe stata almeno al momento risolta con un compromesso che circoscriverebbe le cave da chiudere con gradualità.
Sorvoliamo su affermazioni del tipo ‘per noi l’occupazione è prioritaria’ che ha accompagnato come un refrain vicende come quelle dell’Ilva che sono finite come sappiano per l’occupazione e l’ambiente.
Veniamo invece ad una singolarità che specie in un momento come questo colpisce non poco e cioè che mentre la regione toscana dovrebbe finalmente varare la sua legge sulle aree protette e i parchi il parco delle Apuane sembra correre su un binario distinto se non separato. Che il piano paesaggistico riguardi la legge Marson è noto ma lo è anche di più che quando si parla degli impegni presi sulle cave nel 2002 oggi richiamati per uscire dalle peste si parla del piano del parco o di quello che avrebbe dovuto essere il piano del parco. E qui la palla passa o meglio dovrebbe tornare all’assessorato all’ambiente e ai parchi perché si possano finalmente trovare quegli indispensabili raccordi anche normativi nella legislazione regionale per potersi raccapezzare al meglio nel governo del territorio.
E’ anche il solo modo per superare l’assurda separatezza tra paesaggio e piano del parco introdotta con il nuovo codice dei beni culturali. Meglio non dimenticarlo
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