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Il piano di sviluppo della costa Toscana

Scritto da Renzo Moschini il 19.01.2018

Al parco di San Rossore si è svolto il secondo incontro promosso dalla regione Toscana sul piano della costa a cui sta lavorando una commissione regionale.

Sono intervenuti alcuni assessori e consiglieri regionali e amministratori ed esperti locali che da tempo stanno lavorando ad un tema ambientale tra i più delicati di una regione che sul mare e la costa si è sempre giocata una partita decisiva. In questo caso l’oggetto specifico era il turismo che tuttavia non può esaurire in alcun modo una delle maggiori   criticità delle politiche territoriali della Toscana e non solo.

Che l’incontro sia stato ospitato dal nostro parco regionale che ha già registrato alcuni dei più prestigiosi riconoscimenti ambientali nazionali e internazionali non è perciò  un caso come ha ben chiarito il presidente Cardellini e come è stato  sottolineato in tutti gli interventi. Dune, boschi costieri, fauna, reperti storici, ricerca costituiscono   quanto di più prezioso può contribuire a quel brand giustamente perseguito dal piano costiero.

Qui però si impone una riflessione critica che finora non mi pare emersa con sufficiente e indispensabile chiarezza.

Che la nostra costa –come ci ha ricordato proprio in questi giorni anche  la vicenda Schettino- ha già un ruolo nazionale ed anche internazionale dovrebbe essere ormai chiaro se non si dimentica –come invece accade – che noi siamo da anni nel Santuario dei cetacei. E non è certo un caso se pochissimi anni fa proprio a Livorno per iniziativa del ministero dell’ambiente, del governo e di varie regioni sono solo italiane si svolse un importante incontro conclusosi con la Carta di Livorno di cui però si persero subito le tracce e che nessuno –se non sbaglio- più ha ricordato e ricorda. Tanto che anche il recente rinnovo dell’ente di gestione del parco dell’Arcipelago Toscano ha eluso l’irrisolta questione di una parco che opera in una area cruciale della nostra costa e del Santuario non disponendo ancora di quelle competenze che giacciono inattuate e dimenticate nel frigo di un ministero che se ne infischia alla grande da anni. E se con il ministro dell’ambiente Orlando che intervenne anche all’inaugurazione del nostro porto di Boccadarno e con il quale avevamo concordato con regione e parco la istituzione presso il parco di San Rossore di un Osservatorio sul mare con l’arrivo del ministro Galletti tutto è sparito senza colpo ferire.

Ecco perché la discussione in corso sul piano della costa deve recuperare alla svelta una riflessione su quegli aspetti cruciali rimasti finora in ombra , anche per evitare che qualcuno alla regione non trovi di meglio per il nostro Arcipelago che proporre una zona vocata ai cinghiali come è accaduto pochi giorni fa.

Lo scirocco evidentemente può far male.

Renzo Moschini

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