La domanda non solo è legittima ma irrimandabile vista anche la risposta di Sammuri presidente di Federparchi e appena confermato presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano a chi come me si aspettava una decisione intanto meno clandestina. In effetti le nomine dei presidenti dei parchi specie nazionali e ancor più in caso di riconferme consigliano qualche riflessione pubblica perché sia chiara la situazione da cui si riparte. Vogliamo ricordare il caso delle Foreste Casentinesi il cui presidente fu contestato addirittura perché vecchio cacciatore o i parchi regionali di San Rossore e delle Apuane?
Ora nel caso dell’Arcipelago Toscano dove ha scorrazzato Schettino, dove del Santuario dei cetacei da anni non si sa nulla e dove dobbiamo sorbirci critiche severe dalla Francia, dove opera la Carta di Livorno e dove il parco conta quanto il 2 di briscola sulle aree marine alle prese con abusivismo e motocross – e si riparla pure di cave – la nomina del presidente è avvenuta nel più completo silenzio. Tanto più sconcertante dal momento che Sammuri è anche presidente di Federparchi che, come ha detto lui compiacendosene, è stato addirittura impegnato in una faticosa maratona a sostegno della nuova legge in discussione in parlamento, che se fosse approvata nel testo attuale ai problemi dell’Arcipelago Toscano e specialmente delle aree protette marine darebbe un’altra mazzolata.
Nella risposta alle 5 Stelle che non l’hanno votato Sammuri dice che i presidenti dei parchi e i parchi potranno fare meglio il loro mestiere. Ma gli enti parco non avranno più rappresentanze scientifiche (i parchi regionali toscani potevano contare sulla rappresentanze delle nostre Università) in compenso avremo rappresentanze di categoria come le vecchie Pro-Loco.
E qui si tocca con mano quanto Federparchi abbia perso il bandolo della matassa rispetto ad una tradizione che aveva pesato anche sulla legge quadro – quella vera e seria- che affidava alle istituzioni e non solo nazionali la gestione dei parchi e dell’ambiente. Una tradizione che si avvalse di studi, di centri studi, di libri che presto ricorderemo con la figura di Bino Li Calsi. I piani dei parchi –all’Arcipelago Toscano farebbero bene a informarsene un po’ meglio quando si riposerranno della maratona.
Ecco perchè speravo che la regione approfittasse della scadenza per un riflessione critica seria. Intendiamoci, siamo sempre in tempo se non lasceremo correre le troppe bischerate che ancora circolano.
Renzo Moschini