Secondo una ricerca dell’Università dell’Arizona, gli anziani oltre i 65 anni aumentano le proprie capacità cognitive utilizzando Facebook.
Janelle Wohltmann, una studentessa del dipartimento di psicologia, ha cercato di capire quanto l’utilizzo di Facebook possa contribuire a migliorare le performances cognitive degli anziani e a farli sentire meno soli.
I risultati preliminari della ricerca, presentati questo mese all’International Neuropsychological Society Annual Meeting nelle Hawaii, mostrano che, dopo aver imparato ad utilizzare il celebre social network, gli anziani migliorano del 25% le loro funzioni cosiddette di “upload”, cioè la abilità di monitorare e controllare l’aggiunta o l’eliminazione di contenuti.
La studetessa ha fatto utilizzare Facebook in modo semplificato a 14 anziani. Essi sono stati invitati a diventare amici e a postare almeno un contenuto al giorno.
Un secondo gruppo di 14 anziani ha utilizzato invece Penzu.com, un sito web in cui è possibile mantenere un diario privato on line, privo di qualsiasi componente social. Ad essi è stato chiesto di scrivere messaggi brevi “stile Facebook” di non più di 5 frasi.
La maggiore articolazione dell’interfaccia Facebook ha determinato un miglioramento delle capacità cognitive e sociali del primo gruppo, mentre il secondo, causa la semplicità dell’interfaccia del sito, non ha dimostrato sensibili miglioramenti.
Nel primo caso infatti, i partecipanti all’esperimento hanno dovuto tener conto anche dei post altrui mentre il sito di scrittura personale on line, non offre la possibilità di comunicare con gli altri utenti.
“Segui nuove informazioni in entrata, sei obbligato a ricordarti di quelle appena postate e se è il caso, cancellarle o modificarle” sostiene l’autrice della ricerca. “Facebook potrebbe essere un’ottima alternativa ai giochi on line per adulti pensati per migliorare l’acutezza mentale.”
Tuttavia non è il solo strumento utile.
Secondo l’autrice ci sono altri modi per preservare le “riserve cognitive” e allontararne il declino.
Facebook deve essere usato con cautela, capendo qual è il modo migliore di utilizzarlo.
Quindi, afferma l’autrice “non vorrei che ognuno di noi portasse i propri nonni su Facebook, prima che questi non siano supportati ed educati al suo utilizzo”.