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Difende la sperimentazione animale, minacciata di morte su Facebook

Caterina S., 25 anni, nei giorni scorsi ha pubblicato un post in cui diceva di esser viva "grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale"

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 29.12.2013

Caterina Simonsen è una ragazza di 25 anni che studia veterinaria all’università di Bologna e – precisa sul suo profilo Facebook – ama gli animali. Caterina quando aveva 9 anni poteva morire, se non fosse stata salvata da una medicina sviluppata grazie alla sperimentazione animale, sempre secondo le sue dichiarazioni. Il suo post su Facebook è balzato alla cronaca a causa dell’attacco da parte di molte persone che l’hanno accusata di essere egoista e di aver strumentalizzato la sua malattia per difendere la sperimentazione animale.

caterina-sperimentazione

Ecco le sue parole: “Io, Caterina S. ho 25 anni grazie alla vera ricerca, che include la sperimentazione animale. Senza la ricerca sarei morta a 9 anni. Mi avete regalato un futuro”. Ora è ricoverata in ospedale e non vuole essere raggiunta da estranei per interviste o dicharazioni: “Principalmente rivolto ai giornalisti: io sono ricoverata perché STO MALE. Non è il momento x interviste. Poi, comunque, la mia idea l’ho espressa in 3 video, l’ultimo dei quali diviso in 2 parti. Per cui gradirei, almeno x adesso, di non essere disturbata. In questo momento vorrei visite solo di amici veri, Enrico e parenti”, ha scritto in un commento.

Le accuse sono state molto pesanti contro di lei, e hanno scatenato una corsa alla solidarietà da parte di molte persone e anche dell’Aidaa, un’associazione animalista, che domani presenterà una denuncia alla polizia postale contro chi ha offeso con minacce di morte Caterina Simonsen. “E’ nostro interesse come animalisti – spiega una nota dell’associazione che si batte contro la sperimentazione sugli animali – fare emergere la verità ed isolare chi sfrutta questa situazione”. L’Aidaa vuole “far emergere la verità: e cioè che nessun animalista vero è responsabile delle minacce a Caterina per le sue convinzioni sulla sperimentazione animale”. Secondo Aidaa, gli insulti provengono “da persone non certamente appartenenti al mondo animalista che per sua natura è pacifico ed antifascista”. “Ma allo stesso tempo – prosegue la nota – va condannato chi sta montando una indegna campagna contro il diritto di chiedere una legislazione che preveda l’abolizione della sperimentazione animale”.

Il suo originale post, rilanciato dalla pagina ‘A favore della sperimentazione animale’, aveva totalizzato nel giro di poche ore quasi tremila condivisioni e 14mila ‘Mi piace’.

Alcuni commenti sono stati molto pesanti e decisamente sopra le righe: “Per me puoi pure morire domani. Non sacrificherei nemmeno il mio pesce rosso per un’egoista come te”, oppure “se per darti un solo anno di vita sono morti anche solo 3 topi, per me potevi morire pure a due anni”.

Sarebbero ormai 30 le minacce di morte e circa 500 gli insulti totalizzati dal suo post.

“Oggi la sperimentazione sugli animali è obbligatoria”. La ragazza invita “la Brambilla, il partito animalista e la Lav” a cominciare a lottare contro l’uso degli animali in altri settori, come la caccia, i macelli o le pellicce: “La caccia non è fondamentale, così come i macelli e gli allevamenti di pellicce”.

Caterina, per rispondere a quelli che ha chiamato “nazi-animalisti”, ha realizzato alcuni video per chiarire il suo messaggio e tentare di mostrare quanto sia condizionata la sua vita dalla malattia. Un video passato su tutti i media e i maggiori telegiornali. Tanti i giornalisti che hanno cercato di intervistarla in queste ore, di avere la sua voce, una sua battuta, magari un’immagine. Ma ieri sera su Facebook Caterina ha detto di non voler essere raggiunta da non famigliari: “Io sono ricoverata perché sto male. Non è il momento per interviste. Poi, comunque, la mia idea l’ho espressa in 3 video, l’ultimo dei quali diviso in 2 parti. Per cui gradirei, almeno per adesso, di non essere disturbata. In questo momento vorrei visite solo di amici veri, Enrico e parenti . Pace e bene, migliori auguri a tutti”. 

In una intervista rilasciata a La Repubblica, Caterina ha anche chiarito cosa l’ha spinta a intervenire così prepotentemente sulla questione: “Non possono infangare Telethon, che fa ricerca sulle malattie genetiche, come ha fatto il Partito animalista europeo. Questo mi ha spinto a intervenire. Io credo nella ricerca, mentre ci sono persone come per esempio Davide Vannoni di Stamina, che richiamano le masse, ma senza risultati scientifici. Io faccio fatica a parlare di questi argomenti, ma altri lo possono fare, anche nella mia facoltà di Bologna. Non sono sola a combattere questa battaglia”.

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