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Morto Dulbecco, premio Nobel per la medicina

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 20.02.2012

E’ morto il professor Renato Dulbecco, premio Nobel per la Medicina nel 1975.

Dulbecco era nato da madre calabrese e padre ligure, a Catanzaro nel 1914.

Durante l’infanzia, vissuta in Liguria, la malattia della sorella e la morte di un caro amico e la consapevolezza che di fronte a gravi malattie l’uomo era ancora impotente, lo indirizzarono verso gli studi in medicina. All’università frequentò intelligenze di spicco come Giuseppe Levi dell’Istituto di Anatomia e Rita Levi Montalcini che rimase poi sua compagna di lavoro. Fu militare nella Seconda Guerra Mondiale. Al rientro prese parte in organizzazioni clandestine antifasciste.

Nel 1947 si trasferì in America e nel 1949 fu invitato ad entrare al Caltech, California Institute of Technology di Pasadena, uno dei più importanti laboratori scientifici del mondo.

Al Caltech sviluppò in profondità lo studio dei virus e in particolare della capacità di alcuni di rendere le cellule cancerose, ovvero capaci di moltiplicarsi incessantemente. L’idea di fondo fu quella di studiare la genesi di un cancro, dovuto, come era già noto, ad un’alterazione genetica, all’interno di queste piccole entità biologiche costituite da pochi geni, a differenza delle cellule animali.

Da questi presupposti scaturì la scoperta più grande: l’individuazione di una sostanza, chiamata antigene T (tumorale), assente nelle cellule “sane” dell’organismo, ma presente sia in quelle infettate che in quelle uccise dal virus. Non se ne conosceva la natura ma era sufficiente per indurre a pensare che qualcosa del virus restasse nella cellula bersaglio; ciò a cui si mirò allora fu l’identificazione di tale sostanza. L’esito fu chiaro, si trattava di DNA virale che si unisce chimicamente a quello della cellula, diventando parte integrante del suo materiale genetico. (fonte Wikipedia)

Nel 1975 ricevette il Premio Nobel per la medicina e la fisiologia “per le sue scoperte in materia di interazione tra virus tumorali e materiale genetico della cellula”.

Nell’ultima parte della sua vita ha partecipato al Progetto Genoma con l’obiettivo di identificare tutti i geni delle cellule umane e il loro ruolo, in modo da comprendere e combattere concretamente lo sviluppo del cancro.

Così lo ricorda il prof. Luigi Nicolais, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche: “Con la morte di Renato Dulbecco la comunità scientifica mondiale perde uno dei suoi più autorevoli testimoni. Curioso, rigoroso, ottimista, aperto ai giovani e all’integrazione fra saperi diversi, era riuscito, soprattutto attraverso il Progetto Genoma, ad avvicinare e a chiarire alla gente il ruolo e la funzione sociale del lavoro dello scienziato. Voglio ricordare con orgoglio e commozione che la sua avventura, professionale e umana, ha vissuto al CNR una tappa fondamentale.

Per Dulbecco – prosegue il Presidente Nicolais – la ricerca scientifica è stata una testimonianza d’amore verso l’umanità, una delle più alte forme di solidarietà. Non si è mai sottratto alle polemiche, neanche a quelle per le possibili strumentalizzazioni del suo operare lungo i delicati e fragili confini di quella che oggi conosciamo come bioetica. È andato coerentemente avanti, portando la sua testimonianza anche in contesti molto diversi da quelli consueti per uno scienziato del suo livello, senza imbarazzo alcuno ma anzi con la semplicità e l’autoironia che contraddistinguono i grandi”.

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