
Morte in Osama quasi in diretta
Bin Laden è stato ucciso da un colpo di pistola alla testa dalle forze speciali americane. La notizia ha fatto il giro del mondo dopo essere stata comunicata in diretta tv dal Presidente americano Barack Obama.
Dopo più di un decennio di latitanza, Bil Laden è stato sorpreso all’interno della villa-fortino in cui si nascondeva ad Abbottabad, una cittadina a pochi chilometri dalla capitale del Pakistan, Islamabad. Il corpo è poi stato trasportato negli Stati Uniti, dove è stato effettuato un controllo del DNA. Le autorità USA sono state in grado di confermare la morte del leader del terrore, poiché il DNA corrispondeva a quello di una delle sorelle, morta di cancro al cervello a Boston. Come riferiscono alcune fonti, il DNA della donna era stato conservato nel caso in cui fosse stato necessario confermare quello di Bin Laden.
Molte polemiche sono sorte riguardo alla falsità della foto che mostrava il volto tumefatto del leader del terrore, fatta circolare sul web e da alcune tv, fra le quali quella pakistana. “Era in realtà una foto falsa, già circolata nel 2009”, ha affermato Rana Jawad, capo dell’ufficio di Islamabad di Geo Tv.
Non sono poi mancate le accuse riguardo ai funerali celebrati lo stesso giorno. Critiche sia da parte dell’opinione pubblica mondiale, rimasta scettica sull’accaduto, sia e soprattutto da parte delle più alte cariche istituzionali dell’Islam, indignate per l’accaduto. Il corpo, infatti, è stato gettato in mare dal ponte della portaerei americana USS Carl Vinson, nel Golfo Persico. Alcuni religiosi sostengono che si tratti di una pratica contraria alla legge islamica. “Gli americani hanno voluto umiliare i musulmani con questa sepoltura”, ha detto l’imam libanese radicale Omar Bakri Muhammed. Per altri, è possibile consegnare il corpo di un musulmano al mare in rari casi di emergenza. Secondo Mohammed Qudah, professore di legge islamica all’univiersità della Giordania, la procedura non è proibita se è difficile trovare un Paese disposto ad accogliere la salma. Certamente, però, la decisione del governo americano non può essere legata a questa ragione, bensì, alla volontà di evitare che il luogo di sepoltura del capo di Al Qaida potesse diventare meta di pellegrinaggio per terroristi di tutto il mondo.
I funzionari americani si sono difesi e hanno dichiarato di aver trattato la salma di Bin Laden rispettando i dettami e la tradizione dei musulmani, adducendo che nel mondo islamico al defunto devono essere garantiti funerali e sepoltura nel minor tempo possibile, meglio se entro le 24 ore dopo il decesso, e prima del tramonto. Così si potrebbe spiegare la celerità delle operazioni, anche se forse la giustificazione migliore resta quella della paura di una immediata ripercussione da parte dei suoi seguaci.
Ripercussioni terroristiche che fanno adesso tremare l’intero emisfero occidentale. I leader politici di tutto il Mondo si sono rallegrati per la morte del capo del male e per ciò che essa rappresenta, “un passo decisivo nella lotta al terrorismo internazionale”, come affermato dal leader spagnolo Zapatero, o come riferito dal ministro italiano Franco Frattini “è il venir meno di un legame, di un riferimento simbolico che i terroristi avevano mitizzato”. Molti si sono anche congratulati con l’America per la conduzione della missione, in un messaggio diffuso dall’Eliseo il presidente francese, Nicolas Sarkozy, ha ad esempio reso omaggio alla tenacia degli Stati Uniti. Ma ora si temono le ripercussioni dell’accaduto, la paura per un “contro attacco” imminente spaventa tutti. Ciò che è certo, è che l’uccisione di Bin Laden non ha annientato il terrorismo ed il fondamentalismo che lo alimenta.
A riprova di ciò pesano le affermazioni del capo del governo di Hamas nella Striscia di Gaza, Ismail Haniyeh, che ha dichiarato: “Condanniamo l’omicidio di qualsiasi muajahid (combattente islamico) e di qualsiasi individuo, musulmano o arabo, e chiediamo ad Allah di accordargli la sua misericordia”, e ha continuato: “Se la notizia è vera, pensiamo che si tratti del proseguimento della politica di oppressione musulmana fatta versando il sangue degli arabi e dei musulmani”.
Credo sia possibile affermare che la contrapposizione fra occidente cristiano e mondo musulmano, che da decenni divide il nostro pianeta, è stata rafforzata dall’accaduto. La fine delle guerre e la dissoluzione delle violenze da essa generate restano soltanto un miraggio.