Gaianews

Mali: conquistate Niono e Sevarè

In una cronistoria gli avvenimenti che hanno portato all'intervento francese in Mali, fino agli ultimi avanzamenti verso postazioni strategiche

Scritto da Giuseppe Mirabella il 21.01.2013

“La  situazione in Mali si inscrive in un contesto ampio, di crisi sistematica e prolungata di tutta la regione del Sahel”. Così recita il titolo dell’intervento del segretario Onu Ban Ki-moon, esposto in occasione del Consiglio di Sicurezza del 10 Dicembre 2013, dedicato “alla pace e alla sicurezza nell’Africa dell’Ovest”.

MALI

Il Mali è diviso in due spazi geografici ben distinti: il sud è organizzato attorno alla capitale, Bamako, composto da etnia “nera” e sedentaria; il nord è attraversato dai deserti Sahara e Sahel ed è popolato da arabi e tuareg nomadi.

 Il nord del Paese è difficilmente governabile a causa delle condizioni ambientali e dei confini tracciati arbitrariamente durante il periodo coloniale: la zona di popolamento dei Tuareg è  infatti ben più ampia dei confini settentrionali e comprende Algeria e Niger.

E’ in questa enorme fascia desertica che agisce AQMI (Al Qaeda nel Magreb islamico), un’organizzazione politico-militare favorevole all’indipendenza del Nord del Mali e alla Sharia.

 Agosto 2011. La caduta del regime libico favorisce l’arrivo di nuove armi e nella regione contesa al governo maliano, chiamata Azawad, nasce l’MNLA (Movimento di liberazione dell’Azawad).

 22 Marzo 2012. Cominciano i primi combattimenti e l’esercito regolare del Mali giudica inefficace l’azione del governo. Il Presidente Dioncounda Traoré è deposto.

 6 Aprile 2012. L’MNLA dichiara l’indipendenza dell’Azawad. Alla formazione politico-militare se ne aggiungono altre due, Ansar Eddine (partigiani della fede) e MUJAU (Movimento per l’unicità e la Jihad nell’Africa dell’Ovest). E’ imposto il rispetto della Sharia.

 Giugno 2012. Gli indipendentisti distruggono i mausolei sufi di Timbuktu, patrimonio mondiale dell’UNESCO. I Paesi confinanti, (Mauritania, Niger, Burkina Faso e Costa d’Avorio) pressati dall’arrivo dei profughi, sostengono l’idea di un intervento armato. L’Algeria opta per l’azione diplomatica.

 Primavera 2012. La CEDEAO, (Comunità economica degli Stati dell’Africa dell’Ovest) in accordo con le Nazioni Unite, apre al dialogo con MLNA e Ansar Eddine mettendo a punto una strategia militare per la riconquista dei territori perduti dall’esercito maliano.

 10 Gennaio 2013. La situazione precipita. I guerriglieri del nord superano la linea virtuale che divide il paese prendendo Kunna.

 11 Gennaio. I Francesi, (colonizzatori della quasi totalità dell’Africa nord-occidentale dal 1859 al 1958) nel quadro dell’operazione Serval, attaccano militarmente il nord del Mali. Inizia la guerra, con il sostegno dell’Onu e del Governo ad interim presieduto da Traoré. Il conflitto, secondo il Presidente Francois Hollande, durerà “il tempo necessario”.

 12 Gennaio. Il premier francese rafforza il piano Vigipirate che consiste in una stretta sorveglianza degli edifici pubblici e delle infrastrutture di trasporto sul territorio nazionale.

 14 Gennaio. I gruppi armati islamisti si ritirano da tre città al nord del Mali: Douentza, Gao e Timbuktu. Definita “ritirata tattica” dal leader di Ansar Eddine, Sanda auld Boumana, ad essa seguiranno bombardamenti francesi.  L’Eliseo ottiene il sostegno dell’ONU.

 15 Gennaio. L’operazione Serval entra nella sua fase terrestre. Una linea di blindati francesi lascia Bamako per Diabali, verso il Nord del Mali. La città, occupata da AQMI, è bombardata durante la notte.

 16 Gennaio. Reclamando l’arresto delle operazioni militari in Mali, un gruppo islamista attacca uno stabilimento di gas naturale ad Amenas in Algeria. Centinaia di persone sono fatte ostaggio, tra cui 40 stranieri.

 17 Gennaio. In una situazione confusa, l’esercito algerino lancia un attacco al sito occupato dagli islamisti.

 18 Gennaio. Il governo maliano afferma di aver ripreso Konna, al centro del paese.

 19 Gennaio. Francois Hollande giustifica nuovamente l’azione militare in Mali, e si impegna a restarci fino quando “sarà necessario”.

 20 Gennaio. L’esercito francese avanza verso nord, prendendo posizione nelle città di Niono e Sevarè. Quest’ultima dispone di un aeroporto e sarà determinante per la completa riconquista della parte settentrionale del paese.

Fonte: www.lemonde.fr

© RIPRODUZIONE RISERVATA