Homs, attesi per oggi la Croce Rossa Internazionale la Mezzaluna rossa siriana, riuscite ad avere l’ok da parte di Damasco per portare cibo e medicinali alla popolazione.
Il Comitato della Croce Rossa Internazionale (CIRC) si sta impegnando da mesi per trovare un accordo con il regime siriano. Oltre a chiedere il permesso d’ingresso nel Paese il CIRC si è prodigato affinché l’esercito siriano interrompesse quotidianamente i bombardamenti per almeno un paio di ore, così da permettere l’ingresso dei convogli che trasportano cibo e medicinali.
Il compromesso sembra essere stato raggiunto e oggi le la Croce Rossa Internazionale e la Mezzaluna siriana entreranno a Baba Amr, uno dei quartieri di Homs maggiormente bombardato nel mese appena trascorso. Come riferiscono fonti Ansa, sembra che l’esercito siriano abbia ripreso proprio ieri il controllo di quest’area. Il portavoce della Croce Rossa ha confermato che “la situazione è estremamente preoccupante” e che aiutare la popolazione è “più urgente che mai”.
Le due organizzazioni potranno portare cibo, medicine, ed evacuare i feriti, fra cui alcuni giornalisti occidentali. La morte dell’americana Marie Colvin e del giovanissimo fotoreporter francese Rémi Ochlik, preoccupano non poco i Paesi Europei e le testate giornalistiche i cui inviati sono ancora sul luogo. I due francesi Edith Bouvier e William Danieli sembrerebbero ancora bloccati ad Homs. Il collega spagnolo Javier Espinosa, sarebbe invece stato aiutato dalle forze ribelli a fuggire e secondo alcune ricostruzioni si troverebbe in Libano.
Al contrario, la responsabile degli aiuti umanitari dell’Onu,Valerie Amos, non sarebbe stata autorizzata ad entrare in Siria. La Amos si è detta “profondamente delusa”. Alla donna sarebbe, infatti, stato negato l’ingresso nonostante le ripetute richieste di incontrare le massime autorità siriane per discutere della situazione umanitaria.
Intanto i rapporti fra la Siria e i governi occidentali diventano sempre più freddi. La Gran Bretagna ha fatto sapere di aver ritirato tutto il personale diplomatico dal Paese e di aver sospeso ogni attività all’ambasciata per motivi di sicurezza.