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Normativa sui rifiuti influenzerà le emissioni dovute all’incenerimento

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 05.03.2012

Inceneritore a griglie

Gli inceneritori di rifiuti solidi urbani possono funzionare recuperando una parte dell’enegia che producono con il calore.  La politica europea che ha recentemente regolamentato l’uso degli inceneritori ha effetti diversi sui diversi paesi. Una ricerca ora ha studiato l’effetto delle diverse politiche di incenerimento o riciclo sulle emissioni di CO2 e cadmio.

La recente normativa europea sugli inceneritori di rifiuti solidi urbani potrebbe cambiare profondamente le emmissioni a carico di alcuni paesi, soprattutto quelli in cui gli inceneritori erano presenti in piccola scala e il cui numero invece aumenterà conseguentemente a questa nuova normativa.

Queste valutazioni appaiono su uno studio pubblicato su Resources, Conservation and Recycling.
Nell’Unione Europea c’è una grande attenzione verso l’uso delle risorse, il riciclo e l’incenerimento non fine a se stesso, ma che sia produttore di energia.

Nel 2008, c’erano più di 400  inceneritori di rifiuti solidi urbani in Europa e ne nasceranno più di 40  entro il 2020. Le cifre della Confederazione europea degli impianti di energia  da rifiuti (CEWEP) dicono che 380 impianti stanno già convertendo i rifiuti in energia. C’è però una forte disuguaglianza in come i paesi recepiscono la normativa europea e dunque nella gestione finale degli inceneritori.

Lo studio simula le produzioni di emissioni di gas serra e di cadmio nel 2020 comparandole con quelle del 2005 tenendo in considerazione l’evolversi delle relative politiche. I ricercatori hanno ipotizzato quattro diversi scenari, non tenendo in considerazione però l’energia prodotta con la combustione.

Nei quattro scenari si è tenuto conto che la politica si può orientare verso il recupero dei materiali o verso la produzione di energia. Le emissioni sono state calcolate come su due scenari estremi:- focus sul recupero dei materiali, -focus sul recupero dell’energia. Questo è stato applicato su due livelli: la politica comunitaria e la politica del singolo paese.

Nel 2005, la metà dei 33 paesi europei inclusi nella studio produceva meno di 19kg di CO2 pro capite dagli inceneritori.

Entro il 2020, secondo la simulazione dei ricercatori, con un estremo recupero energetico, sia a livello europeo che dei singoli paesi il dato potrebbe arrivare a 195 kg di CO2 pro capite. Le emissioni di cadmio sarebbero più elevate con lo scenario del recupero dell’energia rispetto a quello del recupero dei materiali. Questo perchè con il recupero dell’energia sabbero incenerite molte batterie al cadmio che invece diversamente sarebbero recuperate con il riciclo.  Nonostante questo le emissioni totali sarebbero maggiori solo in due paesi perchè nel 2020 saranno in atto altre azioni per ridurre la produzione di anidride carbonica.

Gli effetti più evidenti, in ogni caso , saranno in quei paesi in cui non c’è ancora una politica sugli inceneritori. La Polonia, ad esempio, nel 2008 ha incenerito meno dell’1% dei suoi rifiuti. Le emissioni di gas serra degli impianti di incenerimento potrebbe aumentare di 300 volte in più rispetto ai livelli del 2005 nello scenario del recupero energetico. Al contrario, gli effetti sulla Svizzera, che incenerisce già circa la metà dei rifiuti urbani, sarà minimo. Non ci si aspetta che gli scenari più estremi simulati nello studio si verifichino nella realtà.

I ricercatori stessi ammettono che anche se la ricerca mette in evidenza gli effetti di alcune politiche sui diversi paesi europei, manca un visione che comprenda le politiche energetiche in senso più ampio.

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