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Rinnovabili: calano gli investimenti, ma cresce l’energia prodotta

Rinnovabili: scendono gli investimenti (-14%) ma aumenta la capacità di energia prodotta (+0,7%)

Scritto da Micaela Conterio il 08.04.2014

Nonostante il calo del 14% degli investimenti per il secondo anno consecutivo, la percentuale di energia fornita a livello mondiale dalle energie rinnovabili nel 2013 si attesta all’8,5%, registrando un aumento dello 0,7% rispetto al 2012, consentendo un risparmio di 1,2 miliardi di tonnellate di CO2 e rappresentando il 43,6% della nuova capacità generativa. Quantificando in termini economici, se si esclude il settore idroelettrico sopra i 50 MW, gli investimenti per il 2013 hanno toccato quota di 214,4 milioni di dollari, il calo rispetto al 2012 è stato di circa 35 miliardi in meno, ben meno 23% rispetto agli ultimi due anni.

pannelli solari

Sono questi i numeri del rapporto annuale Global Trends in Renewable Energy Investment 2014, redatto dal Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) e da Bloomberg New Energy Finance.

Il calo sarebbe dovuto, si legge nel rapporto, in parte alla riduzione dei costi tecnologici del fotovoltaico, in parte all’incertezza politica che regna in tutti i maggiori paesi produttori che ha portato anche a una riduzione degli investimenti in energie tradizionali.

“Un cambiamento a lungo termine degli investimenti che viri verso le energie pulite – ha spiegato Achim Steiner, direttore esecutivo dell’UNEP –  è necessario per evitare i pericolosi cambiamenti climatici. Il fatto che le fonti rinnovabili stiano guadagnando terreno nella produzione energetica mondiale è incoraggiante: per sostenere questo aspetto, dobbiamo rivedere le nostre priorità d’investimento, modificare gli incentivi, sviluppare la capacità di investire in modo mirato e migliorare le strutture di governance”.

Scendendo nel dettaglio, il fotovoltaico ha registrato una flessione del 20% di investimenti pari a 114 miliardi di dollari, l’eolico dell’1%  (80 miliardi), le biomasse del 28% (8 mld), il biocarburante del 26% (5 mld) e  l’idroelettrico sotto i 50 MW del 16% (5 mld). L’unico settore a salvarsi è il geotermico, che segna un +38% pari a 2,5 miliardi.

Michael Liebreich, Presidente del Consiglio consultivo per gli Bloomberg New Energy Finance, ha detto che “la riduzione dei costi, il ritorno alla redditività da parte di alcuni produttori, il fenomeno della diffusione sul mercato non sovvenzionato in alcuni paesi e un atteggiamento più caldo verso le energie rinnovabili tra gli investitori dei mercati pubblici sono segnali di speranza dopo diversi anni di ristagno nel settore delle energie rinnovabili”.

Investitori a lungo termine come i fondi pensione, compagnie di assicurazione, gestori di patrimoni, ma anche e soprattutto il pubblico mercato azionario sono stati i principali soggetti che hanno investito nel settore. 

Il rapporto evidenzia inoltre  che nel 2013 per la prima volta la Cina ha investito in energie rinnovabili più dell’intera Europa: 56 miliardi (- 6%) gli investimenti cinesi contro i 48 miliardi (- 44%) investiti in Europa.

In flession3 gli investimenti di Stati Uniti (-10% pari a 36 miliardi di dollari), India (-15% pari a 6 miliardi di dollari) e Brasile (-54% pari a 3 miliardi di dollari). Invece boom del solare in Giappone, che ha contribuito a produrre l’aumento dell’80%  di investimenti nelle energie rinnovabili pari a 29 miliardi di dollari.

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