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Bracconaggio al Parco d’Abruzzo: la strategia per combatterlo

Scritto da Federica di Leonardo il 27.03.2013

Sono 14 i lupi morti nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Diverse le cause: avvelenamento, uccisioni con armi da fuoco, ma anche investimenti da parte di auto sulle strade del parco e problemi sanitari.

Un’altissima mortalità, un vero paradosso, visto che un’area protetta dovrebbe servire a tutelare ecosistemi, fauna e flora. Il Parco ha diramato oggi un comunicato in cui ribadisce di essere assediato dai bracconieri che mal sopportano la regolarità amministrativa e tecnico-scientifica. E ha invitato a collaborare le forze di polizia competenti nelle zone per aumentare la sorveglianza. La risposta da parte delle forze di polizia, però, non è ancora arrivata. Il Parco assicura che terrà informata l’opinione pubblica.

Parco Nazionale d'Abruzzo

“Si è parlato, nei giorni scorsi,  di Parco assediato  e invaso da veleni e bracconaggio.” ha esordito nel comunicato Giuseppe Rossi, commissario del Parco “Purtroppo per il Parco, l’assedio è reale, e gli elementi e gli indizi fin qui raccolti, che saranno sottoposti all’attenzione della Magistratura competente, portano a ritenere che esso possa essere opera di elementi senza scrupoli,  che non sopportano le norme e i regolamenti vigenti e che contestano la realtà del Parco, oggi  recuperata a un ruolo  di presidio e di regolarità amministrativa e tecnico-scientifica. Purtroppo, a fare le spese dell’insensata “strategia” contro il Parco è la fauna protetta.

“Anche se non è semplice,” continua Rossi,  “il Servizio di Sorveglianza del Parco e il CTA del Corpo Forestale, che operano in piena sintonia, stanno producendo ogni sforzo necessario per assicurare alla giustizia i responsabili di queste brutali azioni ai danni della fauna protetta, e migliorare sempre più il controllo del territorio.

“Purtroppo l’area da sorvegliare ha una superficie tale da rendere praticamente impossibile  una presenza continua tale da coprire giornalmente ogni zona. Per questo motivo, l’Ente ha chiesto alle Prefetture, alle Procure della Repubblica e  ai Comandi Provinciali del Corpo Forestale dello Stato e dei Carabinieri, di sostenere le attività di controllo del territorio e di assumere ogni opportuno provvedimento e/o contributo, anche in ordine alla eventuale possibile dislocazione di Personale di P.G. e di P.S. nei territori in esame,  al  fine di prevenire ulteriori e più gravi conseguenze per la preziosa fauna protetta del Parco.

“Il momento, infatti, richiede il massimo sforzo da parte di tutte le Autorità. Invero, la situazione, già molto grave, rischia di peggiorare ancora, considerato che il veleno, di difficile individuazione e che può essere disseminato sul territorio anche in piccole dosi, lanciate perfino dall’interno di autovetture e fuoristrada, costituisce un gravissimo ed incombente pericolo anche per l’animale simbolo del Parco, l’Orso bruno marsicano, che ha ormai concluso il letargo invernale, e può cadere facilmente nella trappola mortale. “

Al problema del bracconaggio, nel quale si spera si impegneranno le forze di polizia coadiuvando il Corpo Forestale dello Stato, si aggiungono , e non sono da dimenticare, il problema degli incidenti stradali e quelli sanitari che pure hanno portato delle perdite nella popolazione di lupi e che minacciano molto seriamente anche l’orso marsicano.

Per ciò che concerne i problemi sanitari, di gravissima entità secondo gli esperti dell’Università La Sapienza di Roma, si attende a breve l’applicazione di un’azione dedicata del progetto europeo LIFE ARCTOS. Riguardo agli incidenti stradali, il Parco ad oggi non ha un strategia dichiarata. In mancanza di azioni istituzionali Salviamo l’Orso, associazione ambientalista di recente costituzione, ha lanciato un progetto pilota per la riduzione della velocità nelle strade del Parco.

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  • dicolamia1953 scrive:

    Avevo lasciato un altro commento sostanzioso in difesa del Parco e dei Suoi Abitanti , ma l’ho ricercato invano, spero non l’abbiate oscurato ?
    Per l’articolo di cui sopra, il mio commento è questo : invece di far vigilare sulle frontiere Afgane, fate vigilare sul Territorio Nazionale dalle Truppe che sono da richiamare in Italia, per le priorità del Ns. Paese.
    Secondo il mio parere è semplicemente ridicolo sperperare miliardi di euro in problemi Altrui, quando in Italia si è in queste misere condizioni : non si riesce a vigilare un Parco, non si riesce a vigilare nelle Terre dei Fuochi, non si riesce a vigilare sull’incolumità e sulla salute pubblica.
    Approfitto per allargare il commento, chiedendo a Chi ha il potere, di rimettere anche la leva obbligatoria, risparmiando miliardi di euro per pagare i volontari, e indurre i giovani alla leva , e farli maturare sul Territorio per salvaguardare il patrimonio Italiano dagli scempi dei bracconieri, degli incendiari, degli irresponsabili, di tutte quelle presenze inique che tendono a sporcare, inquinare, braccare, incendiare, rovinare il rovinabile.
    Inoltre la leva obbligatoria salverebbe i giovani dalla noia, dalla droga. dalle insane abitudini e dall’ozio, e li preparerebbe alla vita, e a salvaguardare il ns. futuro.

  • ALESSIO BRANCACCIO scrive:

    Spero che sia fatto davvero tutto il possibile per assicurare alla giustizia questi autentici criminali irrispettosi verso il Parco ma soprattutto verso la loro stessa vita. Teneteci costantemente aggiornati, mi raccomando. A presto, un saluto dal Parco Sirente-Velino :)