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Caldo estivo (e spending review) nelle aree naturali protette

Scritto da Elio Tompetrini il 11.07.2012

Il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95, riporta le disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica. La razionalizzazione della spesa è perseguita con l’obiettivo, del tutto condivisibile, di garantire l’efficienza e l’economicità dell’organizzazione degli enti e apparati pubblici.

Gli effetti sugli enti di gestione delle aree protette saranno non indifferenti, ancora con interventi vari di contenimento della spesa, la cui applicazione a enti di piccole dimensioni potrà porre problemi di funzionamento minimo essenziale. C’è però una norma che colpisce subito e potrebbe essere fatale. E’ la disposizione del comma 1 dell’articolo 2 (Riduzione delle dotazioni organiche delle pubbliche amministrazioni), dove è stabilita un’ulteriore riduzione delle dotazioni organiche del personale non dirigenziale non inferiore al 10% della spesa complessiva relativa ai posti in organico di tale personale. Già al momento siamo al 35% di taglio di queste spese negli ultimi anni. Ora si va verso il 45%?

Non dà sollievo la previsione del comma 5 del medesimo articolo del decreto. La riduzione si farà con decreto del presidente del Consiglio dei Ministri, entro il 31/10/2012, considerando che si potrà agire selettivamente (testuale : “anche tenendo conto delle specificità delle singole amministrazioni”), in sostanza a saldo invariato: ovvero a percentuale di riduzione nulla o minore deve corrispondere “una maggiore riduzione delle rispettive dotazioni organiche di altra amministrazione”.
Che si può dire? Riuscirà il sistema delle aree protette a sopravvivere a questa nuovo abbattimento “selettivo”? Ce lo auguriamo di cuore, dato che di “specificità” gli enti parco nazionali e tutte le aree protette ne hanno veramente.

Qualsiasi ulteriore riduzione, peraltro, non potrebbe che produrre inefficienze, in questa situazione in cui, oramai con difficoltà – sebbene ancora con convinzione  – si perseguono gli obiettivi minimi della legge quadro. Perchè di taglio in taglio, di limitazione gestionale in limitazione gestionale, il sistema è stato messo a dura prova e ci viene perciò in mente una domanda: eliminare gli sprechi è un dovere – ma dove gli sprechi ci sono – migliorare l’efficienza anche, ma una seria analisi fra costi (bassi) e benefici (alti), prodotti dalle aree protette, quando si farà seriamente?
Certo è che dalla lettura degli atti normativi di questi ultimi anni (e ancor più quello della spending review) sembrerebbe quasi che vi sia la convinzione che spreco e pubblica amministrazione siano coincidenti e quindi quest’ultima vada smantellata. E questo obiettivo, effettivamente, si sta raggiungendo!

Elio Tompetrini, presidente Associazione 394

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