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Calendario Venatorio e orso marsicano: quali le normative precedenti e quali le innovazioni?

Scritto da Federica di Leonardo il 08.10.2012

In Abruzzo la caccia è a tutt’oggi sospesa almeno fino al 10 di ottobre. Il WWF infatti ha presentato un  ricorso al TAR, che è stato accettato dal tribunale. Secondo l’associazione ambientalista, infatti, il nuovo calendario non tutelava a sufficienza alcune specie e fra queste anche l’orso bruno marsicano. Il tipo di caccia che più arreca disturbo all’orso è quella al cinghiale soprattutto in braccata ( si utilizzano molti cani e squadre di cinghialai).   
Invece quest’anno  il Calendario Venatorio apporta importanti innovazioni, secondo il Direttore della Direzione politiche agricole  e sviluppo rurale, forestale,  caccia e pesca Luigi De Collibus.
Abbiamo inoltre chiesto all’esperta dell’ISPRA Barbara Franzetti, zoologo esperto di biologia e gestione del Cinghiale, quale fosse la normativa precedente in materia di caccia al cinghiale

Foto: Franco Cera

 

Cosa succedeva prima. La dottoressa Franzetti ci ha spiegato che in materia di caccia al cinghiale a partire dal 2008, per un bizzarro anello di rimandi fra diverse norme, si presentava di fatto una lacuna(1).

Inoltre Franzetti ha spiegato che le cartografie prese in considerazione per il Calendario Venatorio dell’anno scorso non erano sufficientemente  valide e per tale motivo si è ritenuto necessario realizzare una nuova cartografia. Franzetti spiega  perchè : “Nel calendario venatorio regionale 2011-2012, per la prima volta, si fa riferimento al PATOM e ad un’altra area (oltre alla ZPE). In tale calendario, si indicava che: 
-Nelle aree “A” individuate dal PATOM l’esercizio venatorio è consentito dal 1 novembre 2011 al 31 gennaio 2012 (…);
– Sono fatti salvi gli accordi stipulati tra la Provincia de L’Aquila e il PNALM per quanto riguarda la ZPE del Parco stesso.

Franzetti ha continuato: “Con “aree A individuate dal PATOM” ci si riferisce al modello elaborato dall’Università di Roma “La Sapienza” (cfr. Falcucci et al., 2009) su scala nazionale. Tuttavia, come spiegato in una nota interpretativa ed integrativa fornita dai ricercatori dell’Università di Roma al MATTM nel novembre 2008 e nuovamente nell’ottobre 2011, è opinabile un uso di questo modello per fini e su scale che non siano quelle per cui il modello è stato originariamente pensato (p.e. non è certo prudente delineare zone a diverso regime di caccia sul territorio a scala locale sulla base del modello pubblicato sul sito del MATTM a scala sovra regionale).

“Pertanto,- ha spiegato Franzetti – fino alla definizione della nuova cartografia allegata al calendario venatorio della presente stagione, non era di fatto disponibile una mappa chiara e incontrovertibile dei confini dell’ area A (confini, cioè, chiaramente individuabili sia su mappa sia sul territorio).

“Inoltre, continuavano ad essere  vigenti gli accordi previsti nel Protocollo d’Intesa sopra citato, pertanto l’assenza di regolamentazione e di conseguenza le difficoltà di controllo del territorio e delle attività di caccia svolte, precedentemente segnalate. Permaneva, inoltre, l’assenza di indicazioni in merito alle altre forme di prelievo normalmente svolte con mute di cani (caccia alla Volpe e caccia alla Lepre),” ha concluso Barbara Franzetti.

 Il Calendario Venatorio di quest’anno. Secondo il responsabile dell’Ufficio programmazione attività faunistiche venatorie, dottor Franco Recchia, “nella stagione venatoria in corso, a livello sperimentale, nel calendario venatorio sono state inserite tutte le indicazioni fornite dal Tavolo Tecnico , tra le quali le più importanti sono elencate di seguito:
 
– nella ZPE del PNALM,  sono stati vietati l’allenamento e l’addestramento cani;
 
– lo svolgimento di gare cinofile ad ogni livello è stato consentito fino al 15 marzo, previo rilascio di parere vincolante della Provincia e del PNALM
 
– sono state vietate la preapertura e l’attività venatoria relativa alla fauna selvatica migratoria nell’ambito del “Comparto unico regionale per l’esercizio della caccia alla fauna migratoria”;
 
– è stata vietata la fruizione delle 10 giornate venatorie  di cui all’art. 28, comma 16  della L.R. 10/04;è stata vietata qualsiasi forma di pasturazione della fauna selvatica;
 
– è stato imposto obbligo di sottoporre almeno tre capi abbattuti in tre giornate venatorie differenti a controlli sanitari da parte del servizio veterinario della ASL di competenza;
 
– è stata imposta la girata come tecnica di caccia al cinghiale con l’utilizzo di un solo cane;
 
– sono state imposte le zone alle squadre di cinghialai; questo significa che su un’area più o meno estesa (gli indirizzi generali della Regione prevedono un’estensione minima e massima delle aree assegnate che varia dai 200 ai 2000 ettari) durante un’azione di caccia al cinghiale è presente una sola squadra composta massimo di 15 cacciatori che può operare con un solo cane. 
 
– sono state imposte le zone per le squadre di caccia al cinghiale anche sul territorio degli ATC che ricadono fuori della ZPE dove sono presenti i siti SIC più importanti per l’Orso;
 
– sono state regolamentate anche le altre forme di caccia.

Inoltre la caccia è stata consentita con diversa modulazione su due aree C1 e C2, secondo una serie di disposizioni.

Le motivazioni di una “forma di regolamentazione della caccia” nella ZPE sono state le seguenti:

– la caccia con i cani da seguita rappresenta un potenziale fattore di disturbo per l’orso, in particolare durante il periodo iperfagico; pertanto si è deciso di intervenire anche attraverso una serie di limitazioni dell’utilizzo dei cani per l’attività venatoria svolta nella ZPE, in particolare mediante l’istituzione di due elenchi dei cani da seguita (uno per i cani utilizzati nella caccia al cinghiale e uno per i cani utilizzati nella caccia alla lepre) nelle zone C1 e C2: in tal modo si può controllare l’utilizzo dei cani ed evitare che i cani registrati nell’elenco per la caccia al cinghiale in zona C2 siano impiegati in zona C2 con il pretesto della caccia alla lepre;

– per il cinghiale, si è ritenuto accettabile il solo utilizzo di tecniche di caccia (eliminato collettiva) più selettive, quali il prelievo ben regolamentato da postazione fissa o con la tecnica della cerca, entrambe con carabina munita di ottica, e la girata, che impiega un unico cane addestrato per seguire solo il cinghiale e non altre specie;

– per la lepre, si è ritenuto accettabile il solo utilizzo di massimo due cani da, così da poter controllare l’eventuale disturbo causato da un utilizzo improprio e in sovrannumero dei cani nelle zone C1 e C2 della ZPE. L’utilizzo di massimo due cani da seguita è stato ritenuto accettabile anche in ragione di come si esercita l’attività di caccia alla lepre, del fatto che le zone di presenza delle lepri difficilmente coincidono con le zone di presenza degli orsi e che l’area su cui si svolge il lavoro “di cerca” dei segugi è certamente più contenuta di quella su cui generalmente lavorano i cani da seguita durante le braccate al cinghiale;

– per la volpe, si è ritenuto opportuno escludere la caccia col segugio in ragione di come si esercita tale tipo di attività, che non può essere effettuata con un numero ridotto di cani;

– per le altre specie, si è ritenuto accettabile il proseguimento dell’attività venatoria poiché il lavoro svolto dal cane da ferma specificatamente addestrato, normalmente utilizzato per queste forme di caccia ma anche per le attività di censimento, non appare avere alcun potenziale effetto di disturbo su altre specie.

Sempre secondo il dottor Recchia nei precedenti calendari venatori,  come forma di tutela per l’orso, nella ZPE e nei siti SIC di presenza dell’orso, erano previste come tecniche di caccia al cinghiale la girata e l’appostamento fisso. Il regolamento sulla caccia al cinghiale della Provincia dell’Aquila imponeva l’assegnazione delle zone di caccia al cinghiale alle squadre. Tuttavia in due ATC della Provincia di L’Aquila ricadenti nella ZPE, le zone di caccia al cinghiale non erano state assegnate alle squadre di cacciatori, pertanto di fatto più squadre  potevano operare sullo stesso territorio ed effettuare la braccata (elevato numero di cacciatori e di cani).
Inoltre nei precedenti calendari venatori per la caccia alla volpe era previsto l’utilizzo del cane. Il calendario venatorio per la stagione in corso ha sopperito a queste problematiche mediante l’introduzione delle prescrizioni sopra descritte.

Note

1) Franzetti dichiara: “In Abruzzo, dal 2008 (epoca di sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa tra la Provincia de L’Aquila e il PNALM riguardante la “Programmazione differenziata per l’esercizio dell’attività venatoria nella Zona di Protezione Esterna –versante Abruzzese- del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise”), la caccia al Cinghiale nella ZPE del PNALM si svolge secondo quanto stabilito all’Art.4 di tale protocollo che recita: “l’attività venatoria nella ZPE verrà esercitata secondo le modalità fissate nel calendario venatorio regionale 2008-2009”. 

Il calendario venatorio regionale 2008-2009, al capo C, punto 1.2)prevede che: “l’attività venatoria nelle ZPE può essere esercitata con le seguenti limitazioni:

– dal 21.09. 2008 al 31.01.2009 alle specie e per i periodi fissati dal CAPO B) del Calendario (cioè anche il CINGHIALE);

il prelievo del cinghiale nella forma della tecnica della “girata” (con divieto della tecnica della braccata) e dell’abbattimento con la tecnica della postazione fissa con carabina dovrà essere regolamentato sulla base dell’intesa tra la Provincia di L’Aquila e l’Ente di gestione PNALM su piani e programmi differenziati di prelievo venatorio”.

L’ “intesa” citata nel capoverso appena evidenziato si riferisce al Protocollo d’Intesa di cui sopra, ma in tale protocollo questi argomenti non sono trattati. Pertanto rimane di fatto scoperta la regolamentazione delle forme di prelievo, che ha ostacolato il controllo da parte dell’autorità preposta in merito alla liceità o meno delle attività di caccia effettivamente praticate nella ZPE.
Nelle rimanenti zone di caccia della provincia di L’Aquila e delle altre provincie abruzzesi il prelievo del Cinghiale si effettua mediante caccia in braccata, secondo i tempi e modi previsti dal Calendario Venatorio Regionale. 

 

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