In Abruzzo la caccia è a tutt’oggi sospesa almeno fino al 10 di ottobre. Il WWF infatti ha presentato un ricorso al TAR, che è stato accettato dal tribunale. Secondo l’associazione ambientalista, infatti, il nuovo calendario non tutelava a sufficienza alcune specie e fra queste anche l’orso bruno marsicano. Il tipo di caccia che più arreca disturbo all’orso è quella al cinghiale soprattutto in braccata ( si utilizzano molti cani e squadre di cinghialai).
Invece quest’anno il Calendario Venatorio apporta importanti innovazioni, secondo il Direttore della Direzione politiche agricole e sviluppo rurale, forestale, caccia e pesca Luigi De Collibus.
Abbiamo inoltre chiesto all’esperta dell’ISPRA Barbara Franzetti, zoologo esperto di biologia e gestione del Cinghiale, quale fosse la normativa precedente in materia di caccia al cinghiale
Cosa succedeva prima. La dottoressa Franzetti ci ha spiegato che in materia di caccia al cinghiale a partire dal 2008, per un bizzarro anello di rimandi fra diverse norme, si presentava di fatto una lacuna(1).
Inoltre Franzetti ha spiegato che le cartografie prese in considerazione per il Calendario Venatorio dell’anno scorso non erano sufficientemente valide e per tale motivo si è ritenuto necessario realizzare una nuova cartografia. Franzetti spiega perchè : “Nel calendario venatorio regionale 2011-2012, per la prima volta, si fa riferimento al PATOM e ad un’altra area (oltre alla ZPE). In tale calendario, si indicava che:
-Nelle aree “A” individuate dal PATOM l’esercizio venatorio è consentito dal 1 novembre 2011 al 31 gennaio 2012 (…);
– Sono fatti salvi gli accordi stipulati tra la Provincia de L’Aquila e il PNALM per quanto riguarda la ZPE del Parco stesso.
Franzetti ha continuato: “Con “aree A individuate dal PATOM” ci si riferisce al modello elaborato dall’Università di Roma “La Sapienza” (cfr. Falcucci et al., 2009) su scala nazionale. Tuttavia, come spiegato in una nota interpretativa ed integrativa fornita dai ricercatori dell’Università di Roma al MATTM nel novembre 2008 e nuovamente nell’ottobre 2011, è opinabile un uso di questo modello per fini e su scale che non siano quelle per cui il modello è stato originariamente pensato (p.e. non è certo prudente delineare zone a diverso regime di caccia sul territorio a scala locale sulla base del modello pubblicato sul sito del MATTM a scala sovra regionale).
“Pertanto,- ha spiegato Franzetti – fino alla definizione della nuova cartografia allegata al calendario venatorio della presente stagione, non era di fatto disponibile una mappa chiara e incontrovertibile dei confini dell’ area A (confini, cioè, chiaramente individuabili sia su mappa sia sul territorio).
“Inoltre, continuavano ad essere vigenti gli accordi previsti nel Protocollo d’Intesa sopra citato, pertanto l’assenza di regolamentazione e di conseguenza le difficoltà di controllo del territorio e delle attività di caccia svolte, precedentemente segnalate. Permaneva, inoltre, l’assenza di indicazioni in merito alle altre forme di prelievo normalmente svolte con mute di cani (caccia alla Volpe e caccia alla Lepre),” ha concluso Barbara Franzetti.
Inoltre la caccia è stata consentita con diversa modulazione su due aree C1 e C2, secondo una serie di disposizioni.
Le motivazioni di una “forma di regolamentazione della caccia” nella ZPE sono state le seguenti:
– la caccia con i cani da seguita rappresenta un potenziale fattore di disturbo per l’orso, in particolare durante il periodo iperfagico; pertanto si è deciso di intervenire anche attraverso una serie di limitazioni dell’utilizzo dei cani per l’attività venatoria svolta nella ZPE, in particolare mediante l’istituzione di due elenchi dei cani da seguita (uno per i cani utilizzati nella caccia al cinghiale e uno per i cani utilizzati nella caccia alla lepre) nelle zone C1 e C2: in tal modo si può controllare l’utilizzo dei cani ed evitare che i cani registrati nell’elenco per la caccia al cinghiale in zona C2 siano impiegati in zona C2 con il pretesto della caccia alla lepre;
– per il cinghiale, si è ritenuto accettabile il solo utilizzo di tecniche di caccia (eliminato collettiva) più selettive, quali il prelievo ben regolamentato da postazione fissa o con la tecnica della cerca, entrambe con carabina munita di ottica, e la girata, che impiega un unico cane addestrato per seguire solo il cinghiale e non altre specie;
– per la lepre, si è ritenuto accettabile il solo utilizzo di massimo due cani da, così da poter controllare l’eventuale disturbo causato da un utilizzo improprio e in sovrannumero dei cani nelle zone C1 e C2 della ZPE. L’utilizzo di massimo due cani da seguita è stato ritenuto accettabile anche in ragione di come si esercita l’attività di caccia alla lepre, del fatto che le zone di presenza delle lepri difficilmente coincidono con le zone di presenza degli orsi e che l’area su cui si svolge il lavoro “di cerca” dei segugi è certamente più contenuta di quella su cui generalmente lavorano i cani da seguita durante le braccate al cinghiale;
– per la volpe, si è ritenuto opportuno escludere la caccia col segugio in ragione di come si esercita tale tipo di attività, che non può essere effettuata con un numero ridotto di cani;
– per le altre specie, si è ritenuto accettabile il proseguimento dell’attività venatoria poiché il lavoro svolto dal cane da ferma specificatamente addestrato, normalmente utilizzato per queste forme di caccia ma anche per le attività di censimento, non appare avere alcun potenziale effetto di disturbo su altre specie.
Sempre secondo il dottor Recchia nei precedenti calendari venatori, come forma di tutela per l’orso, nella ZPE e nei siti SIC di presenza dell’orso, erano previste come tecniche di caccia al cinghiale la girata e l’appostamento fisso. Il regolamento sulla caccia al cinghiale della Provincia dell’Aquila imponeva l’assegnazione delle zone di caccia al cinghiale alle squadre. Tuttavia in due ATC della Provincia di L’Aquila ricadenti nella ZPE, le zone di caccia al cinghiale non erano state assegnate alle squadre di cacciatori, pertanto di fatto più squadre potevano operare sullo stesso territorio ed effettuare la braccata (elevato numero di cacciatori e di cani).
Inoltre nei precedenti calendari venatori per la caccia alla volpe era previsto l’utilizzo del cane. Il calendario venatorio per la stagione in corso ha sopperito a queste problematiche mediante l’introduzione delle prescrizioni sopra descritte.
Note
1) Franzetti dichiara: “In Abruzzo, dal 2008 (epoca di sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa tra la Provincia de L’Aquila e il PNALM riguardante la “Programmazione differenziata per l’esercizio dell’attività venatoria nella Zona di Protezione Esterna –versante Abruzzese- del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise”), la caccia al Cinghiale nella ZPE del PNALM si svolge secondo quanto stabilito all’Art.4 di tale protocollo che recita: “l’attività venatoria nella ZPE verrà esercitata secondo le modalità fissate nel calendario venatorio regionale 2008-2009”.
Il calendario venatorio regionale 2008-2009, al capo C, punto 1.2)prevede che: “l’attività venatoria nelle ZPE può essere esercitata con le seguenti limitazioni:
– dal 21.09. 2008 al 31.01.2009 alle specie e per i periodi fissati dal CAPO B) del Calendario (cioè anche il CINGHIALE);
– il prelievo del cinghiale nella forma della tecnica della “girata” (con divieto della tecnica della braccata) e dell’abbattimento con la tecnica della postazione fissa con carabina dovrà essere regolamentato sulla base dell’intesa tra la Provincia di L’Aquila e l’Ente di gestione PNALM su piani e programmi differenziati di prelievo venatorio”.
L’ “intesa” citata nel capoverso appena evidenziato si riferisce al Protocollo d’Intesa di cui sopra, ma in tale protocollo questi argomenti non sono trattati. Pertanto rimane di fatto scoperta la regolamentazione delle forme di prelievo, che ha ostacolato il controllo da parte dell’autorità preposta in merito alla liceità o meno delle attività di caccia effettivamente praticate nella ZPE.
Nelle rimanenti zone di caccia della provincia di L’Aquila e delle altre provincie abruzzesi il prelievo del Cinghiale si effettua mediante caccia in braccata, secondo i tempi e modi previsti dal Calendario Venatorio Regionale.