Martedì 15 novembre a Roma è successa una piccola cosa: un uomo giusto è stato ricordato. Presso una delle sale a disposizione del Senato della Repubblica, un folto gruppo di persone ha ricordato la figura di Bruno Agricola, recentemente scomparso.
Agricola è stato il direttore generale del servizio protezione natura del ministero ambiente per tanti anni. E’ stato l’uomo che ha coordinato la creazione del sistema di parchi nazionali voluto dalla legge quadro sulle aree naturali protette, la 394 del 6 dicembre 1991, di cui tra pochi giorni ricorre il ventennale.
Era un ingegnere nucleare e lavorava all’Enel. Collaborò con l’on.le Angelini che fu uno dei promotori della legge sui parchi. Lo conobbi allora, tra le riunioni di Camera e Senato, mentre quale responsabile aree protette del WWF-Italia, insieme a Fabio Renzi allora attivo responsabile parchi della Legambiente, mi adoperavo per ottenere una legge che attendavamo da molti, troppi anni. Bruno era una persona molto dinamica e capace, intelligente, e si dovrebbe dire eclettica, anche per la sua capacità culturale di operare con i mezzi a disposizione. Già perché, comunque, siamo sempre in Italia e fatta la legge… trovato l’inganno.
Sin dai primi giorni del 1992, infatti, non mancarono i mille problemi, le interpretazioni di parte o distorte, per far sì che quel provvedimento lungimirante e ben scritto non producesse gli effetti auspicati dal mondo ambientalista e dalla cultura di salvaguardia dei territori.
La 394/91 prevede che i compiti di coordinamento di tutte le attività siano espletate da una segreteria tecnica composta da 50 persone, 30 dipendenti pubblici e 20 esperti.
Ecco, sin da subito fu chiaro che non saremmo mai stati più di 20, accalcati in due misere stanze in via Volturno a Roma, due stanze in cui pioveva pure! Ecco come lo Stato seppe garantire coloro che vollero rimboccarsi le maniche per compiere un’impresa difficile: portare l’Italia all’obiettivo minimo del 10% di territorio nazionale protetto.
Agricola e la sua squadra, grazie all’impegno di alcuni bravissimi parlamentari e al forte sostegno delle principali associazioni ambientaliste, portò a casa questo incredibile risultato. Passammo dal 3 al 10% senza morti e feriti, senza rivoluzioni, ma con tanta tenacia e pazienza. Non mancarano pagine oscure e momenti brutti, non mancò un disegno politico teso a ridurre i margini di autonomia della segreteria tecnica aree protette e della direzione generale protezione natura.
Eppure tra mille problemi, anche grazie al fatto che le dotazioni finanziarie della legge quadro e del ministero dell’ambiente erano allora ben diverse dal desolante quadro odierno… quella politica forte, quell’impegno civile, portò a dare un forte impulso alla tutela di alcuni dei posti più belli e delicati del nostro Paese.
Ecco quello che contribuì a fare Bruno Agricola. E allora vedere tanta gente commossa e partecipe alla commemorazione funebre in suo ricordo, non può che aprirci il cuore e farci sperare che un’Italia migliore possa esserci davvero. Erano presenti senatori e tecnici, direttori e presidenti di parco, tanti amici, colleghi e personale del ministero, tra cui Corrado Clini, che di lì a poche ore da direttore generale sarebbe passato a svolgere l’arduo compito di ministro dell’ambiente. Concludiamo queste parole proprio con la speranza che il neo ministro, come ha egregiamente saputo fare intervenendo a ricordo di Agricola, sappia rivalutare l’impegno civile, la tenacia, le speranze, le capacità professionali della gente dei parchi. Ne abbiamo davvero bisogno, prima che sia troppo tardi.
Quanta retorica per un mediocre funzionario che fortunatamente Ronchi rimosse dalla direzione dei parchi proprio per le inefficenze dimostrate. Pace all’anima sua, per carità, ma a dire che Agricola ha fatto la storia dei parchi ci vuole un bel coraggio. Un ingegnere nucleare dell’Enel catapultato ad occuparsi di natura (di cui nulla sapeva) solo perché era il lustrascarpe di un sottosegretario non va adorato solo in quanto passato a miglior vita. Povera Italia.
…a distanza di 5 mesi da questo suo intervento e’ sempre cosi sicuro che Clini sia la persona giusta per far dimenticare Matteoli o la Prestigiacomo ???
Cordiali saluti !