L’Artrite psoriasica (AP) è una Artropatia infiammatoria cronica, appartenente al gruppo delle “sieronegative”, associata alla Psoriasi. Si tratta di una patologia di carattere autoimmunitario, in cui le alterazioni immunologiche si manifestano – in soggetti predisposti (i familiari hanno probabilità di ammalarsi 40 volte superiore rispetto alla popolazione sana) – in seguito a traumi fisici e/o psichici, cure dimagranti, infezioni (da streptococco), assunzione di farmaci, ecc.
Domanda: Quali sono le caratteristiche cliniche, i sintomi e le possibili complicanze dell’Artrite Psoriasica?
Ugo Viora: Il principale elemento che caratterizza l’AP è l’associazione con la Psoriasi, patologia cutanea cronica di natura autoimmune, che comporta eruzioni eritemato-desquamanti (placche, croste) a margini netti, di varia dimensione e localizzabili in qualsiasi zona del copro umano, con particolare preferenza per le superficie estensoria dei gomiti e dei ginocchi, alla piega delle natiche, nella zona sternale, periombelicale, retroauricolare e al cuoio capelluto. Oltre a tutta la sintomatologia tipica delle malattie reumatiche, l’AP assomma il prurito e – nell’80% dei casi – interessamento delle unghie. Nella maggior parte dei casi l’eruzione cutanea precede l’Artrite, mentre nel 15% dei casi l’esordio può essere contemporaneo. Nel 15% dei casi la l’artrite può precedere la psoriasi anche di decine di anni”.
Le complicanze sono molto semplicemente riconducibili ad una importante comorbidità, visto che entrambe le componenti sono caratterizzate dall’aumento di predisposizione alle malattie dismetaboliche (diabete e obesità), cardiovascolari (ipertensione) e depressive. In alcune forme di particolare gravità, l’AP porta alla mutilazione delle mani e dei piedi.
D.: Come avviene la diagnosi?
U.V.: Non esistono esami di laboratorio specifici per l’AP, tanto più che essendo una delle malattie reumatiche “sieronegative” indicatori come VES e PCr appaiono negativi, specie all’esordio. La diagnosi è pertanto prevalentemente di tipo clinico. Sono chiari indici di patologia: la presenza di psoriasi, la distribuzione oligoarticolare, asimmetrica, assiale, delle articolazioni interfalangee distali, la presenza di artite monodigitale, la dattilite.
D.: Quali trattamenti possono aiutare a prevenire o limitare i danni articolari che compaiono?
U.V.: Sia la componente cutanea che quella articolare possono essere trattate con i cosiddetti “farmaci di fondo”, di cui sicuramente il più efficace pare essere il metotrexate sebbene anche la ciclosporina sia assai utilizzata, specie per la patologia cutanea. Nelle forme più gravi (attività di malattia cutanea e/o articolare assai elevata), il ricorso ai cosiddetti “farmaci biologici” consente un controllo efficace delle malattie”.
D.: L’Artrite Psoriasica che impatto ha sulla vita di coloro che ne soffrono?
U.V.: L’impatto sulla qualità di vita del paziente è devastante: al dolore ed alle limitazioni funzionali (alcune forme particolarmente aggressive portano alla mutilazione delle dita di mani e piedi) della componente artritica, vanno assommati il prurito, la desquamazione continua l’impossibilità ad indossare indumenti che possano provocare abrasioni (troppo stretti, troppo ruvidi, sintetici, ecc.) la necessità di idratazione continua (con conseguente untuosità della pelle e compromissione degli indumenti indossati), il grave disagio psicologico e relazionale indotti dalla componente cutanea della malattia, che porta talora ad un isolamento del malato nel timore di una sua contagiosità. Da notare che la patologia colpisce principalmente dall’adolescenza alla piena età lavorativa”.
D.: In che modo la ricerca opera sulle malattie reumatiche?
U.V.: La ricerca opera prevalentemente a livello di eziopatogenesi, nel cercare di trovare fattori diagnostici specifici che possano consentire una diagnosi corretta in tempi quanto più rapidi possibile (è infatti evidenza comune che un approccio terapeutico corretto e tempestivo sortisce effetti migliori e limita le conseguenze invalidanti di entrambe le componenti, cutanea ed articolare) ed a livello terapeutico.
D.: Nel nostro Paese quali sono le principali difficoltà che deve affrontare un malato di AP? E come si pongono le istituzioni al riguardo?
U.V.:Il fatto che la stessa patologia sia chiamata “Artrite Psoriasica” dai Reumatologi e “Psoriasi Artropatica” dai Dermatologi è sintomatico delle difficoltà da parte del paziente di trovare l’interlocutore “giusto” nella diagnosi e nella terapia dell’AP.
Se a prevalere è la forma cutanea, ci si rivolge al dermatologo, che tenderà a risolvere quanto di sua competenza senza tenere conto delle eventuali complicanze articolari, a meno che non si debba fare ricorso alle cosiddette “terapie biologiche” che richiedono specifiche indagini di laboratorio preventive al trattamento, tali da evidenziare l’eventuale componente articolare latente.
Se, viceversa, è la componente articolare a destare maggiori preoccupazioni, sarà il Reumatologo il primo ad essere interpellato e la componente cutanea verrà considerata collaterale e trattata solo in una fase successiva. Non esiste – salvo rari casi di particolare eccellenza – trattamento interdisciplinare integrato tra i due specialisti.
D.: E nella vita quotidiana?
U.V.: Nella vita quotidiana il paziente subisce continue discriminazioni a causa della propria malattia che, già gravi per le limitazioni funzionali riconducibili alla componente articolare, diventano devastanti per chi lavora a contatto con il pubblico e manifesta la componente cutanea a livello delle mani, del volto, del cuoio capelluto (si immagini un negoziante, un impiegato a contatto con il pubblico o un cuoco/addetto mensa che si presenti con mani desquamanti e crostose o con capelli continuamente “grassi” e da cui cadono “nevicate” di grosse squame di forfora).
Le istituzioni…semplicemente latitano. Sembrano non avere alcuna consapevolezza né del numero delle persone interessate al problema, né dei costi sociali di queste malattie che vanno ben oltre il mero “costo del farmaco”, ma come più volte evidenziato da studi nazionali ed internazionali hanno gravi implicazioni sull’assenteismo dal posto di lavoro e, ancor peggio, sul presenteismo. Per non tenere conto delle persone che devono anticipare il pensionamento, cambiare il proprio lavoro o abbandonarlo del tutto per colpa della malattia.
Se vuoi raccontare la tua storia o lasciare una testimonianza scrivi a redazione@gaianews.it
anche io ho la psoriasi a volte va e viene la dermatologa mi ha dato ricetta crema si chiama token prima non si pagava adesso invece si costa 60 euro la malattia c’e’ l’ho spero solo nche non peggiora