Gaianews

Bloccato dal Ministero il metodo Stamina: la sperimentazione non si farà

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 10.10.2013

Il Ministero della Salute, con una conferenza stampa ha bocciato definitivamente il Metodo Stamina e la sua sperimentazione, per la quale erano già stati stanziati 3 milioni di euro. Il no del Ministero segue quello del Comitato scientifico che aveva valutato negativamente il metodo e quello dell’avvocatura dello Stato che ha escluso la possibilità dal parte del Ministero di portare avanti la sperimentazione dopo il no del comitato scientifico.

cellule_staminali_umane

Nel comitato si legge: “vista la presa d’atto del direttore generale del ministero della Salute, Marcella Marletta, la sperimentazione non può ulteriormente essere proseguita. Il presente provvedimento è comunicato alla Stamina foundation”.

Nel documento si legge anche che “è ammesso ricorso giurisdizionale al tribunale amministrativo regionale oppure ricorso straordinario al presidente della Repubblica nel termine rispettivamente di 60 e 120 giorni dal ricevimento dello stesso”.

Alla base della decisione, spiegano dal ministero, le motivazioni addotte dal comitato scientifico, che descrivono uno scarsezza di dettagli di tipo tecnico che non costituiscono nessuna valenza scientifica, ma anzi evidenziano eventuali rischi per la salute. Non essendo descritta con il sufficiente dettaglio, la procedura è di difficile riproduzione e metterebbe a rischio i pazienti.

Il metodo, si spiega nella relazione, è stato inadeguatamente descritto, “mancando una descrizione del differenziamento neurale delle cellule; la “insufficiente definizione del prodotto” sia perchè le cellule da iniettare non sono definite in maniera corretta, sia perchè non viene presentato alcun saggio funzionale che ne dimostri le proprietà biologiche. Quindi, in difetto di questa adeguata caratterizzazione e dei pochi controlli di qualità, vi è un problema sia di efficacia del trattamento, per la difficoltà di riprodurre il metodo, sia di sicurezza.

I potenziali rischi per i pazienti derivano in specie per quanto concerne l’utilizzazione di cellule allogeniche, per la mancanza di un piano di identificazione, screening e testing dei donatori, con conseguente esclusione della verifica del rischio di malattie e agenti trasmissibili.
Altri rischi di fenomeni di sensibilizzazione anche gravi sarebbero dovuti anche al fatto che il protocollo prevede somministrazioni ripetute.

“Infine, non essendo prevista la filtrazione delle sospensioni ottenute dal materiale di partenza (carota ossea), vi è anche il rischio di iniezione di materiale osseo a livello del sistema nervoso.”

L’Avvocatura dello Stato ha ulteriormente avvalorato l’ipotesi dello stop della sperimentazione in quanto ha decretato che dopo il no del Comitato scientifico il Ministero non può far partire ugualmente la sperimentazione.

In attesa di questo parere del Ministero la mamma della piccola Sofia, che aveva ricevuto le prime infusioni, aveva organizzato tramite la sua pagina Facebook un corteo a Firenze per il prossimo 13 ottobre.

© RIPRODUZIONE RISERVATA