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Determinazione di morte: gli esperti esigono un consenso internazionale

Scritto da Elisa Corbi il 03.06.2013

I criteri utilizzati per la diagnosi della morte cerebrale in un paziente sono soggetti a variabilità e come tale possono essere controversi. Gli anestesisti svolgono un ruolo importante nelle procedure relative alla determinazione della morte, per cui devono avere conoscenze specifiche su criteri medici, etici e giuridici della definizione di morte cerebrale. In occasione di Euroanaesthesia 2013 il congresso annuale della Società Europea di Anestesiologia (ESA), gli esperti richiedono un consenso internazionale.

morte

“Prima dei progressi tecnologici del secolo scorso, la morte veniva diagnosticata con la presenza di coma, apnea, e con la mancanza di impulsi. La fine del sistemi cardiovascolare o respiratorio inevitabilmente porta al decesso”, ha spiegato  Ricard Valero, Senior Consultant Anaesthesiologist presso l’ospedale Clinic di Barcellona e Professore Associato di Anestesiologia presso l’Università di Barcellona.

Tuttavia, la definizione di criteri che determinino la morte a livello neurologico, durante il 20°secolo, ha visto cambiamenti significativi ed è ancora una sfida dal punto di vista etico e scientifico. “Per questo la diagnosi, è essenziale per dimostrare il coma irreversibile, l’assenza di risposta agli stimoli e l’assenza di riflessi del tronco encefalico (tra cui la capacità di respirare)”dice Valero. “Tuttavia, numerosi studi hanno dimostrato che non vi è un consenso globale su quali siano i criteri diagnostici dettagliati per questa determinazione nella pratica clinica, come ad esempio il numero di medici necessari per accordarsi sulla diagnosi, su quanti e quali riflessi devono essere esaminati, la durata dei periodi di osservazione, e l’uso di ulteriori test per confermare la morte. Il decesso biologico non è un evento, ma un processo”, conclude.

Il Dott. Alex Manara, (Consultant in Anaesthesia and Intensive Care Medicine & Regional Clinical Lead in Organ Donation for the UK South West Region, Frenchay Hospital, Bristol, UK),  discuterà una definizione operativa di morte che viene proposta da un forum di esperti organizzato dai Canadian Blood Services in collaborazione con l’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questa morte si verifica quando vi è una perdita permanente della capacità di coscienza e la perdita di tutte le funzioni del tronco encefalico. Ciò può derivare dall’ arresto definitivo della circolazione e/o dell’attività cerebrale. Catastrofici infortuni in questi contesti  significano perdita di funzioni che non possono riprendere spontaneamente o essere ripristinate attraverso l’intervento. I problemi sorgono perché il punto di assoluta “irreversibilità” è vago,  varia da persona a persona e dipende dalla attrezzature mediche e dagli interventi disponibili. 

 Il Dr Manara sosterrà la possibilità dell’osservazione continua del paziente per almeno 5 minuti per confermare l’assenza di circolazione prima di dichiarare la morte. Questo dovrebbe diventare lo standard minimo per la dichiarazione di decesso clinica da criteri circolatori, per dare  fiducia professionale e pubblica nella diagnosi, sia dopo la cessazione del CPR che nel contesto della donazione di organi.

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