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Gli effetti dell’ossitocina: ci fa più tolleranti verso gli altri

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 29.09.2013

 L’ossitocina, spesso indicato come l’ormone dell’amore, perchè influirebbe sul legame madre-figlio e entrerebbe in azione nel rapporto fra gli innamorati, potrebbe anche renderci più tolleranti verso gli altri, secondo una ricerca della Neuropsychoanalysis Research Foundation  pubblicata su  Psychoneuroendocrinology.

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Insieme con il dottor Markus Heinrichs del Dipartimento di Psicologia dell’ Università di Friburgo, in Germania, la dottoressa Valentina Colonnello  ha scoperto che l’ossitocina può affinare la differenziazione sé-altro nel cervello, una funzione che ha dimostrato di svolgere un ruolo cruciale nel legame sociale, per promuovere interazioni positive e la tolleranza verso gli altri. I ricercatori hanno anche scoperto che l’ossitocina aiuta ad aumentare la nostra valutazione positiva degli altri. Ciò supporta ulteriormente il ruolo del sistema ossitocinergico nella risposta empatica e nella modulazione della cognizione sociale.

“Il legame sociale,  il sostegno reciproco, la preferenza verso un compagno e gli investimenti dei genitori,” dice  Colonnello , “sono tutti mediati dal sistema ossitocinergico, che è fortemente dipendente dalle capacità di una persona di capire che io e gli altri sono entrambi diversi e di valore.”

Ai partecipanti allo studio sono stati mostrati i video del proprio volto trasformarsi in un volto sconosciuto e viceversa  e sono stati istruiti a premere un pulsante non appena  sentivano di aver visto più caratteristiche appartenenti al proprio viso. Dei 44 partecipanti quelli a cui era stata somministrata l’ossitocina prima del compito erano significativamente più veloci ad individuare il nuovo volto  indipendentemente dal fatto che fosse proprio o quello di uno sconosciuto.

I partecipanti trattati con placebo avevano anche maggiori probabilità di scegliere il proprio volto come più piacevole da guardare che quello di un volto sconosciuto.  I partecipanti trattati con ossitocina, invece, valutavano come ugualmente gradevoli sia il proprio volto che quello degli altri.

“I risultati di questi studi fanno avanzare la nostra comprensione del ruolo del sistema ossitocinergico e potrebbero avere implicazioni di vasta portata in materia di legame madre-bambino, nel trattamento dei disordini sociali e per i rapporti in generale”, ha aggiunto Colonnello .

La capacità di distinguere se stessi dagli altri – un concetto che risale alla teoria freudiana – rimane uno dei marcatori comunemente usati per lo sviluppo iniziale del cervello infantile . Freud originariamente ha teorizzato che sia la creazione che la sensazione di un senso di sé , distinto da un senso dell’ altro, e la capacità di tollerare le emozioni in sé e negli altri erano compiti evolutivi della fase di latenza di sviluppo del cervello infantile.

Queste idee sono state ulteriormente studiate da teorici dell’attaccamento che, supportati da studi clinici successivi, hanno scoperto che una migliore differenziazione del sè dall’altro e un maggiore interesse per l’altro non familiare sono stati positivamente associati con sentimenti di fiducia emotiva e sentimenti di sicurezza.

Al contrario, una ridotta capacità di discriminare se gli stimoli siano legati al sé o ad altri, è associata a un deficit nelle interazioni interpersonali spesso riscontrate nelle varie psicopatologie. 

La differenziazione fra sè e altro svolge anche un ruolo fondamentale nel legame madre-bambino. 

I risultati di questo ultimo studio sono in linea con un altro recente studio che osservava gli effetti dell’ ossitocina e della psicoterapia sulle madri che soffrono di depressione post-parto. Mentre il trattamento  non alleviava direttamente i sintomi delle madri, è stata però osservata una riduzione delle tendenze narcisistiche ed ostili nel loro comportamento.

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