Gaianews

HIV: il virus latente non viene “svegliato” dai farmaci

Fallisce un esperimento della Johns Hopkins University che intendeva svegliare il virus silente dell'HIV nelle cellule dei pazienti infetti

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 24.03.2014

I ricercatori della Johns Hopkins University hanno lavorato ad un metodo per scovare il virus silente dell’HIV, ma hanno raccontato, in un articolo apparso su Nature Medicine che il loro lavoro è risultato purtroppo inefficace. 

Il virus dell’HIV, anche quando viene somministrata ai pazienti una terapia antiretrovirale, non viene mai del tutto eliminato in quanto è in grado di nascondersi nelle cellule dell’ospite e rimanere silente senza che le cellule immunitarie siano in grado di rilevarlo. Questo non consente  ancora di dire che la battaglia contro l’HIV sia stata vinta. 

HIV

I ricercatori della Johns Hopkins University avevano progettato una strategia che avrebbe dovuto riattivare il virus silente rendendolo visibile alle cellule del sistema immunitario. 

“Nonostante le nostre grandi speranze, nessuno dei composti che abbiamo testato in cellule infettate da HIV prese direttamente da pazienti, ha attivato il virus latente”, spiega Robert F. Siliciano, professore di medicina della scuola di Medicina dell’Università.

Gli studi hanno da tempo dimostrato che questi piccoli serbatoi di virus silente si riattivano quando il paziente sospende la terapia antiretrovirale. Su modelli di laboratorio alcuni composti avevano dimostrato di essere in grado di riattivare il virus, agendo direttamente sul suo DNA.

Il virus dormiente, ha spiegato il professore,  si trova in circa uno ogni milione di globuli bianchi in una persona con HIV. Se tutte le cellule con HIV latente venissero eliminate, la terapia farmacologica potrebbe essere sospesa e si potrebbe dire che il paziente è guarito. 

Nello studio dei ricercatori per la prima volta sono stati usati globuli bianchi di persone infette sui quali sono testati i composti che, precedentemente, su modelli di laboratorio, avevano funzionato. Con grande sorpresa, invece, i ricercatori hanno dovuto constatare che nessuno dei composti ha funzionato su globuli bianchi umani.

L’esperimento, anche se ha condotto ad un risultato negativo, ha fornito nuovi elementi per elaborare altri test, spiegano gli scienziati. Grazie all’esperimento infatti i ricercatori hanno avuto un termine di paragone sulla velocità di duplicazione del virus. Il prossimo passo, ora, sarà quello di sperimentare diverse combinazioni dei composti utilizzati singolarmente.

Quando uno di questi esperimenti dovesse ottenere risultati positivi, si potrà dire con una certa sicurezza che è stato compiuto un grande passo avanti verso la completa guarigione dal virus dell’HIV che significa, oggi, eliminare la dipendenza a vita dai farmaci antiretrovirali, che i pazienti sono costretti ad assumere quotidianamente.

© RIPRODUZIONE RISERVATA