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Insonnia: la nuova terapia è la musica

Secondo Charles H. Tegeler, professore di neurologia alla Wake Forest Baptist e ricercatore principale dello studio, la nuova tecnologia adottata ha lo scopo di favorire l'armonia e un maggiore equilibrio a livello di frequenze cerebrali, con un sensibile miglioramento dei sintomi

Scritto da Nadia Fusar Poli il 22.11.2012

Siete inguaribili insonni e avete provato di tutto – dal latte caldo della nonna alle pillole di melatonina passando per i farmaci prescritti dal vostro medico – ottenendo scarsi risultati e accusando fastidiosi effetti collaterali? Non esiste una sostanza miracolosa in grado di “guarire” un disturbo di cui soffrono milioni di persone in tutto il mondo, ma secondo un nuovo studio esisterebbe un sistema per dormire bene la notte, in grado di indurre un sonno ristoratore. Il segreto è nell’attività di “bilanciamento” del cervello.

I ricercatori del Wake Forest Baptist Medical Center hanno condotto uno studio clinico pilota per determinare se un approccio non invasivo, che utilizza toni musicali per bilanciare l’attività cerebrale, sia realmente in grado di “resettare” il cervello e ridurre efficacemente l’insonnia. Lo studio, pubblicato online nel mese di ottobre e successivamente sulla rivista Brain and Behavior, è stato finanziato da una borsa di studio di 26.696 $ dal Brain State Technologies, LLC, Scottsdale, in Arizona, la società che possiede la tecnologia utilizzata nello studio.

Il cervello umano è costituito da due emisferi (destro e sinistro) i quali  lavorano insieme come processori paralleli. Un trauma o un importante fattore di stress, possono incidere negativamente sulle singole e autonome risposte di sopravvivenza, rendendo il cervello instabile. Il persistere di tali squilibri, può scatenare disturbi come l’insonnia. Secondo Charles H. Tegeler, professore di neurologia alla Wake Forest Baptist e ricercatore principale dello studio, la nuova tecnologia adottata ha lo scopo di favorire l’armonia e un maggiore equilibrio a livello di frequenze cerebrali, con un sensibile miglioramento dei sintomi.
HIRREM, nota come Brainwave Optimization, è una procedura non invasiva che utilizza un sistema progettato in modo da riflettere le frequenze del cervello utilizzando i toni musicali, in tempo reale. La risonanza tra questi e l’energia elettrica nel cervello può riportare l’equilibrio tra i due emisferi del cervello.

I risultati dello studio si sono basati su un cambiamento nell’Insomnia Severity Index (ISI), un indice che misura la gravità dei disturbi del sonno utilizzando una scala da zero a 28 punti; la mediana ISI per i partecipanti allo studio era tra 18,7 e 18,9, che è considerata insonnia da moderata a grave. HIRREM è un approccio non invasivo che invece della luce utilizza il suono (un tono musicale determinato da un algoritmo matematico) per riflettere i cambiamenti della struttura del cervello in termini di frequenza dell’attività elettrica e il cui obiettivo è facilitare una maggiore capacità di autoregolamentazione, da e attraverso il cervello umano. Possibili miglioramenti osservati con la tecnologia HIRREM, potrebbero essere dovuti ad un effetto placebo ed è per questo che Tegeler sta progettando uno studio clinico più ampio e su un campione maggiore rispetto a quello utilizzato per lo studio, al fine di confermare l’effetto HIRREM ed esplorare ulteriormente la tecnologia.

L’insonnia rappresenta una condizione comune nella popolazione il cui miglioramento può essere facilmente misurato. Questo studio clinico alla Wake Forest Baptist è il primo sinora condotto per indagare uno specifico problema di salute – l’insonnia – in un ambiente controllato, al fine di misurarne i risultati. I problemi di sonno e di privazione del sonno possono avere implicazioni di vasta portata sulla salute e sul benessere pisco-fisico, ha sottolineato il prof. Tegeler. “La mancanza di sonno può tradursi in disturbi più seri come l’irritabilità e l’aumento di peso. Brainwave Optimization offre un modo efficace per le persone di tutte le età e condizioni per superare le sfide cognitive, emotive e fisiche, migliorare le prestazioni e lo stato di salute nel complesso. 

 

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