Farmaci o esercizio fisico? Una ricerca dimostra che potenzialmente fare esercizio fisico proteggerebbe di più che assumere farmaci. I ricercatori che hanno condotto la ricerca chiedono che siano avviati approfondimenti in proposito, visto che la posta in gioco è la prevenzione con i relativi carichi sulle casse dei sistemi sanitari nazionali.
Medici e pazienti hanno bisogno di sapere per poter prendere le migliori decisioni per i trattamenti. Per ora è possibile affermare che l’esercizio fisico deve essere considerato in alcuni casi una valida alternativa al farmaco e comunque un coadiuvante.
I benefici dell’attività fisica sono ampiamente documentati, ma nel Regno Unito solo il 14% degli adulti fa esercizio fisico regolarmente. Al contrario, i tassi di prescrizione di farmaci continuano a salire alle stelle, in forte aumento, a una media di 17,7 prescrizioni per ogni persona in Inghilterra nel 2010, rispetto agli 11,2 del 2000. In Italia i dati 2010 del sistema di sorveglianza Passi (Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia), che monitora lo stato di salute della popolazione italiana adulta di 18-69 anni, fanno emergere invece che circa il 33% degli intervistati riferisce di effettuare un lavoro pesante o di praticare attività fisica a un livello che può essere definito attivo. Anche nel nostro paese le dosi giornaliere prescritte per persona sono in aumento del 2,3 % nel 2012 rispetto al 2011 secondo l’ultimo rapporto dell’AIFA.
Ad oggi non ci sono molte prove a dimostrazione del fatto che l’esercizio fisico possa essere equiparato ad un farmaco.Così i ricercatori della London School of Economics , dell’ Harvard Pilgrim Health Care Institute alla Harvard Medical School e della Stanford University School of Medicine hanno unito le forze per confrontare l’ efficacia dell’ esercizio rispetto ai farmaci sulla mortalità in quattro condizioni ( prevenzione secondaria della malattia coronarica, riabilitazione dopo un ictus, trattamento dell’ insufficienza cardiaca e prevenzione del diabete) .
La prevenzione secondaria si riferisce al trattamento dei pazienti con malattia esistente prima che causi una malattia significativa.
I ricercatori hanno analizzato i risultati di 305 studi clinici controllati randomizzati che coinvolgono 339.274 persone e non hanno trovato differenze statisticamente rilevabili tra l’esercizio e gli interventi farmacologici per la prevenzione secondaria della malattia e la prevenzione del diabete.
Tra i pazienti con ictus, l’esercizio fisico è più efficace del trattamento farmacologico, mentre per l’insufficienza cardiaca, i farmaci diuretici sono stati più efficaci dell’ esercizio fisico e di tutti gli altri tipi di trattamento farmacologico .
Gli autori sottolineano che la quantità di elementi di prova sui vantaggi dell’esercizio fisico è notevolmente inferiore rispetto a quello dei farmaci, e questo può aver avuto un impatto sui loro risultati .
Inoltre sostengono che questo “punto cieco” di prove scientifiche disponibili “impedisce ai medici prescrittori e ai loro pazienti di comprendere le circostanze cliniche in cui i farmaci possono fornire solo un miglioramento modesto, ma l’esercizio fisico potrebbe produrre benefici più profondi o sostenibili in materia di salute.”
Nonostante questa incertezza, dicono che, sulla base dei dati disponibili, l’attività fisica è potenzialmente efficace quanto i farmaci – e chiedono un numero maggiore di ricerche per approfondire la questione
“Nei casi in cui le opzioni dei farmaci forniscono solo modesti benefici, i pazienti meritano di comprendere l’ impatto relativo che l’attività fisica potrebbe avere sulla loro condizione,” concludono.
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