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Nuovo ceppo di influenza aviaria si adatta ai mammiferi e agli esseri umani

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 13.04.2013

Un’analisi genetica del virus dell’influenza aviaria responsabile di almeno nove morti in Cina, ritrae un virus in continua evoluzione per adattarsi alle cellule umane, sollevando preoccupazione per il suo potenziale di innescare una nuova pandemia di influenza globale.

Vaccino

Lo studio collaborativo, condotto da un gruppo guidato da Masato Tashiro della Influenza Virus Research Center, dell’Istituto Nazionale di Malattie Infettive, e Yoshihiro Kawaoka della University of Wisconsin-Madison e dall’Università di Tokyo, è stato pubblicato sulla rivista Eurosurveillance. Il gruppo ha esaminato le sequenze genetiche di H7N9 isolate da quattro delle vittime umane del patogeno così come campioni derivati ​​da uccelli provenienti da un mercato di Shanghai.

“I dna umani, ma non quelli aviari, hanno una mutazione della proteina che permette una crescita efficiente nelle cellule umane e che permette loro di crescere ad una temperatura che corrisponde al tratto respiratorio superiore degli esseri umani, temperatura che invece è inferiore te negli uccelli”, ha spiegato Kawaoka, grande esperto di influenza aviaria.

Le conclusioni, tratte da sequenze genetiche depositate da ricercatori cinesi in un database internazionale, forniscono alcuni dei primi indizi molecolari su un nuovo ceppo preoccupante di influenza aviaria, di cui i primi casi umani sono stati riportati il ​​31 marzo dal Centro cinese per il controllo delle malattie e la prevenzione. Finora, il nuovo virus ha contagiato almeno 33 persone, uccidendone nove. Anche se è troppo presto per prevedere se il virus possa causare una pandemia, questi sono indizi che il virus si stia adeguando ai mammiferi e, in particolare agli umani, ha spiegato Kawaoka.

L’accesso alle informazioni genetiche nei virus, aggiunge, è necessario per capire come il virus si evolve e per capire come si potrà sviluppare un virus per prevenire l’infezione.

Il virus dell’influenza dipende dalla sua capacità di attaccarsi e requisire le cellule viventi del suo ospite per replicare e diffondersi in modo efficiente. L’influenza aviaria infetta raramente gli esseri umani, ma a volte può adattarsi alle persone, il che presenta un rischio significativo per la salute umana.

“Questi virus possiedono diverse caratteristiche di virus influenzali dei mammiferi, che probabilmente contribuiscono alla loro capacità di infettare l’uomo e sollevare preoccupazioni per quanto riguarda il loro potenziale pandemico,” hanno spiegato gli esperti.

Secondo Kawaoka, si sono trovate mutazioni nella proteina di superficie emoagglutinina , che usa il patogeno per legarsi alle cellule ospiti. Tali mutazioni, secondo Kawaoka, hanno permesso di infettare facilmente le cellule umane.

Inoltre, gli isolati da pazienti contenevano un’altra mutazione che permette al virus di replicarsi efficientemente all’interno delle cellule umane. La stessa mutazione, spiega Kawaoka, lascia il virus aviario prosperare nelle temperature più fredde del sistema respiratorio superiore umano.

Kawaoka e i suoi colleghi hanno anche valutato la risposta del nuovo ceppo di farmaci usati per trattare l’influenza, scoprendo che una classe di farmaci antivirali comunemente usati, non sarebbero efficaci, mentre il nuovo ceppo potrebbe essere trattato con un altro farmaco antivirale clinicamente rilevante, l’oseltamivir.

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