La società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) torna a parlare di Papillomavirus Umano (HPV), secondo gli espertisono ancora troppo poche le adolescenti italiane che si vaccinano
Sono numeri importanti quelli dell’HPV: 3.500 nuovi contagi ogni anno, mille donne morte per patologie dovute all’infezione e forme tumorali da HPV, sempre più spesso segnalate anche nei maschi.
“Nel mondo, circa il 70% delle donne entra in contatto con il virus HPV almeno una volta nella vita – afferma la Prof.ssa Susanna Esposito, Direttore UOC Pediatria 1 Clinica, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) – e la maggiore prevalenza di infezioni da HPV si riscontra all’età di 20 anni, proprio in coincidenza con il recente inizio dell’attività sessuale”.
Dopo questa età, infatti, alcuni ceppi di HPV vengono eliminati dalle difese dell’organismo della donna, lasciando un’immunità specifica: ne consegue, quindi, che oltre i 20 anni la prevalenza di infezioni da HPV diminuisca.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità e le autorità sanitarie di tutti i Paesi raccomandano, quindi, una vaccinazione anti-HPV precoce, già tra le pre-adolescenti, in un’età compresa tra gli 11 e i 12 anni, quando la risposta immunitaria è migliore e il beneficio è massimo. La vaccinazione è molto efficace, inoltre, se effettuata anche prima dell’inizio dell’attività sessuale perché induce una protezione maggiore prima di un eventuale contagio con l’HPV.
Ma l’Italia non segue il passo dei paesi che questa politica l’hanno già applicata: in Gran Bretagna la percentuale di giovani vaccinate raggiunge l’85%. Nel nostro Paese invece la copertura vaccinale non è effettuata in larga percentuale e ci sono moltissime differenze fra regione e regione.
L’HPV è particolarmente contagioso perchè il contagio può avvenire anche attraverso la pelle.
Sono 120 i tipi di HPV esistenti e di questi, 40 sono associati a patologie genitali e al cancro del collo dell’utero: il tipo 16 risulta il più frequente, tanto che da solo copre più del 50% di tutti i cancri della cervice, seguito dal tipo 18. Sono, infatti, questi i due tipi ad alto rischio presenti in ambedue i vaccini che esistono in circolazione.
E l’HPV non colpisce solo le donne, ma anche gli uomini. Circa la metà degli uomini potrebbe essere contagiato dall’HPV e infatti in alcuni paesi si raccomanda la vaccinazione anche per gli uomini.
Eppure, nonostante lo scenario prospettato desti una certa preoccupazione sia per le donne sia per gli uomini, la copertura vaccinale anti-HPV non è così elevata come ci si aspetterebbe.
“In Italia – sostiene Susanna Esposito – probabilmente la vaccinazione anti-HPV non è stata percepita in tutta la sua importanza e valutata per il forte impatto positivo che può rivestire solo in presenza di elevate coperture vaccinali. Inoltre, il fatto che vi fosse già un intervento di prevenzione secondaria disponibile (Pap test e conseguente intervento sulla lesione eventualmente rilevata) ha fatto ritenere che la vaccinazione costituisse una sorta di ‘doppione’, in fondo non così necessario. Negli ultimi tempi, poi, abbiamo assistito ingiustamente ad un attacco concertato alle vaccinazioni, accusate da persone senza alcuna base scientifica, di essere causa di gravi patologie a fronte di dubbi vantaggi, tentando di far passare il sospetto che esse siano effettuate con la connivenza degli operatori sanitari a solo vantaggio delle aziende produttrici”.